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Auschwitz. Cinque anni di inumani orrori

L’immenso complesso di morte di Auschwitz (aperto il 14 giugno del 1940) comprendeva tre lager principali e trentanove sotto-campi di lavoro. La sua superficie complessiva era (all’incirca) di quaranta chilometri quadrati. All’interno di questo luogo di morte, alcune aziende agricole e di allevamento, «un modello»,sosteneva Hitler, che le aveva espressamente richieste e nelle quali erano costretti a lavorare i deportati. 

Il numero di prigionieri rinchiuso nel campo si aggirava, in media, tra le 15.000 e le 20.000 persone. Che a turno, spesso casuale, finivano poi in una piccola camera a gas per morire e far posto ad altri deportati all’interno del campo. Troppo piccolo per quell’idea di orrore. Un circolo della morte. 

Più tardi, infatti, si aprono altre porte, quelle dell’Auschwitz II – Birkenau, e nel quale perderanno la vita circa un milione di persone, per lo più ebrei, sinti, rom, condotti alle camere a gas immediatamente dopo l’arrivo.

«Costruito a tempo di record nel 1940 adattando e ampliando una caserma polacca – ricorda nel suo libro Auschwitz 1940-1945. L’orrore quotidiano in un campo di sterminio, l’autore Frediano Sessi -, Auschwitz evolve in pochi anni da campo di concentramento e di lavoro a campo di sterminio, soprattutto di ebrei ma anche di zingari, prigionieri di guerra, dissidenti, omosessuali». 

Sulla base delle testimonianze raccolte, di memoriali, di documenti d’archivio, Sessi ricostruisce la vita quotidiana nel lager sin dai primi giorni di funzionamento: l’organizzazione gerarchica, l’uso di criminali comuni come kapo; le selezioni, le frustate e le punizioni, la fame, il lavoro spossante. Nei racconti dei sopravvissuti, appaiono in tutta la loro spietata efficienza, gli agghiaccianti meccanismi del lager e i metodi di eliminazione diretta come le camere a gas. 

Allo stesso tempo, emergono anche le forme di resistenza all’interno del campo, il gergo dei deportati, il destino delle donne e degli adolescenti. 

Il libro ripercorre questo capitolo infame della storia umana. 

«Un viaggio in un universo di abiezione che sembra impossibile e che, eppure, è stato».