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Rosanna Ciappa, intellettuale meridionale e militante evangelica

Rosanna Ciappa ci ha lasciati, lo scorso 19 dicembre, all’improvviso per un’emorragia celebrale, durante una seduta della Tavola valdese. Se ne è andata così in poche ore, in silenzio e con discrezione. Così come era vissuta. L’intero mondo evangelico, scosso e attonito, la ricorda e la piange, in particolare le chiese meridionali, quelle campane e le sue comunità valdesi e metodiste del Vomero di Napoli e della Diaspora casertana.

Rosanna era nata a S. Maria a Vico (Caserta) nel 1945, ed era una meridionale non solo di nascita, ma anche di cultura e di fede, continuatrice ideale di quel meridionalismo evangelico, fatto di teoria ma anche di azione e di impegno sociale e politico. «Un’intellettuale meridionale dell’evangelo», intellettuale militante, come si diceva un tempo, che sapeva coniugare la fede con la cultura, la riflessione con l’azione civile e il lavoro ecclesiastico, la teologia con l’insegnamento e la didattica. Con uno sguardo privilegiato alle chiese del Sud, alla loro storia e alla loro testimonianza evangelica.

Rosanna era stata infatti, soprattutto e innanzitutto, una studiosa di storia, docente emerito di Storia del Cristianesimo presso l’Università Federico II di Napoli. Laureata in Lettere nel 1972, discusse la tesi di Storia del Cristianesimo, con il prof. Boris Ulianich, di cui divenne poi collaboratrice e ricercatore, e nel cui dipartimento poi svolgerà tutta la sua carriera universitaria. I suoi interessi di studiosa hanno spaziato dalla storia dell’evangelismo italiano, in particolare quello meridionale e napoletano, alla Storia della ricerca critica e dell’esegesi biblica tra ’800 e ’900, con particolare riferimento al modernismo cattolico soprattutto di area francese e al protestantesimo liberale, nonché ai temi di teologia ed esegesi del Nuovo Testamento, nell’ambito della Storia della chiesa antica.
 Da alcuni anni, poi, aveva anche ottenuto un incarico di insegnamento presso la Facoltà pentecostale di Scienze religiose di Aversa, a testimonianza della sua competenza, della sua versatilità ed apertura ecumenica.

Nel corso della sua vita ha sempre alternato il suo impegno di studiosa con quello attivo nella politica, nella vita civile e nella chiesa. Moglie di Emilio Nitti, vissero insieme le stagioni dell’impegno politico attivo negli anni ’60 e ’70 nel Partito comunista napoletano, senza mai dimenticare il lavoro nella chiesa e nella sua comunità. Rosanna era molto impegnata in questo senso. È stata infatti per tanti anni direttrice della Scuola domenicale al Vomero e si è sempre occupata delle problematiche dell’istruzione e della formazione biblica delle nuove generazioni, collaborando anche con il Servizio Istruzione educazione della Fcei. A riconoscimento di questo suo impegno, nel 2015 il Ministero dell’Istruzione l’ha nominata quale unica rappresentante delle chiese protestanti, nella «Commissione sul pluralismo, la libertà e lo studio delle Scienze religiose nella scuola».

Ma oltre a questo recente e importante incarico, Rosanna è stata anche presidente dell’Associazione «31 ottobre per la laicità nella scuola» nonché presidente del Centro Emilio Nitti – Casa Mia di Ponticelli, impegnato contro l’emarginazione giovanile e l’evasione scolastica, a dimostrazione della sua visione anche laica e solidale della fede e dell’azione sociale.

Diversi anche i suoi incarichi in ambito ecclesiastico. Era presidente del Consiglio di chiesa valdese della comunità del Vomero, e tuttora membro della Tavola valdese e membro della nuova Assemblea della Fcei. Ma soprattutto la ricorderemo nella nostra comunità perché era anche predicatrice locale e durante il culto della domenica accompagnava il canto degli inni come organista. Il vuoto che lei ha lasciato non riguarda solo dunque i suoi familiari, ma tutta la comunità evangelica napoletana e italiana.

Rosanna se ne è andata all’improvviso, lasciando tutti sgomenti e senza parole: una dura prova per la nostra fede. Ci ha lasciati in modo discreto e silenzioso, dicevo, quasi con tatto e senza farlo pesare. Così era Rosanna: misurata, elegante, gentile, accogliente, comprensiva, sobria, affettuosa, ironica. Ma nel contempo: intensa, profonda, colta, eclettica, chiara e ferma nelle sue posizioni logiche e acute. Certamente ha aiutato tutti noi e le nostre chiese ad avere una visione dell’evangelo più meditata e più articolata, arricchita da analisi scientifiche e storiografiche, ricordandoci sempre che la passione per l’evangelo non può essere mai scissa dalla cultura e dall’impegno e che questa testimonianza deve essere comunque e in ogni caso anche trasmessa e tramandata. Mi chiedo che cosa ci avrebbe detto al suo funerale; penso che ci avrebbe ricordato le belle parole del Salmo 23 il suo preferito: «Il Signore è il mio pastore nulla mi mancherà», oppure ci avrebbe citato Giobbe per lenire questa nostra rabbia e questa nostra impotenza di fronte a questa morte: «Nudo sono venuto al mondo e nudo ne uscirò; il Signore dà e il Signore toglie, il Signore sia benedetto». Signore, come hai fatto con Giobbe, aiuta dunque oggi tutti noi, gli amici, i parenti, i figli e i nipoti di Rosanna, a non prendercela con te e, nonostante tutto, a sperare ancora nella tua salvezza, nella tua consolazione e nella resurrezione.