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«In Europa le parole, le forze e le misure dirette contro i rifugiati stanno diventando sempre più forti e dure»

La teologa protestante Annette Kurschus critica l’inasprimento della politica europea sui rifugiati. «Le parole, le forze e le misure europee contro i rifugiati stanno diventando sempre più forti e dure», ha dichiarato la teologa della Chiesa evangelica di Westfalia al sinodo della sua chiesa regionale a Bielefeld. La protezione dei rifugiati è sempre più interpretata come protezione contro i rifugiati, con mezzi sempre più duri «Inasprimento della deterrenza, hotspot alle frontiere esterne, criminalizzazione del salvataggio in mare».

«L’isolamento e le recinzioni, oltre alla retorica che diffonde la paura, tutto questo fa il gioco dei populisti e non risolve un solo problema», ha avvertito Kurschus, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd). Le persone continuano a morire in numero allarmante nel Mediterraneo e i diritti umani e le libertà fondamentali vengono negati a chi ne ha più bisogno.

Kurschus ha sottolineato che i rifugiati potrebbero presto essere trasferiti in un Paese dove non sono mai stati prima e che sta ricevendo fondi dall’Europa per questo. «Dobbiamo essere molto allarmati quando i principi dello Stato di diritto e dei diritti umani rischiano di essere minati a tal punto da non esistere più», ha aggiunto. Il compito delle Chiese è quello di «contraddire in modo chiaro e tangibile lo spirito dei populisti di destra e l’offuscamento del linguaggio».

Kurschus ha invitato a sostenere la politica «nell’ardua lotta contro il crescente nazionalismo e l’ostilità allo Stato di diritto». In Europa deve continuare a valere la forza della legge e non la legge del più forte.

La presidente del Consiglio dell’Ekd ha espresso la sua gratitudine per il «grande impegno del nostro Paese e dei nostri Comuni nell’accogliere i rifugiati, soprattutto donne e bambini provenienti dall’Ucraina». Si è detta consapevole che le città si sono ritrovate anche in difficoltà al limite e che mancavano i fondi e i luoghi di accoglienza. «Pertanto, è chiaro che l’immigrazione deve essere organizzata in modo compatibile con la democrazia».