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Consultazione metodista: tre temi su cui discutere insieme

Tra la sera di venerdì 19 e la mattinata di domenica 21 maggio si è tenuta a Ecumene (Velletri) la Consultazione metodista. Ne parliamo con il pastore Luca Anziani, presidente del Comitato permanente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi).

– La pandemia, la guerra in Ucraina, ora l’alluvione con vittime in Romagna e al Sud: che atmosfera e che spirito hanno percorso, nonostante tutto, le giornate della Consultazione?
«I fratelli e le sorelle giunti a Ecumene hanno inevitabilmente portato con loro tutta la preoccupazione per quanto stava avvenendo in quei giorni. Soprattutto chi è giunto dall’Emilia Romagna è arrivato avendo negli occhi un velo di tristezza e preoccupazione per la propria terra. È vero: questo è solo l’ultimo atto di un dramma che, dalla pandemia in poi, ha caratterizzato le vite di tutti e tutte noi. Ma non saranno certo le situazioni storiche a poter minare la nostra fede, che dipende solo da Dio e non dagli eventi di questo mondo. Tutte le gravi situazioni storiche di questi anni hanno acceso il desiderio di molti fratelli e di molte sorelle di stare insieme, di condividere il culto e la riflessione sulla chiesa e sulla società. Per questo, nonostante le difficoltà logistiche, molti sono riusciti ad arrivare regolarmente a Ecumene con lo scopo di rivedersi, di riflettere, di pregare e festeggiare insieme. È stato un po’ un appuntamento per riprendere le forze per poi continuare a vivere la propria vocazione. In questa occasione il presidente della Fcei ha annunciato la nuova sottoscrizione a favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni».

– La Consultazione non è un’assemblea decisionale: è occasione, però, per raccontarsi ciò che si fa e per tracciare delle linee per il futuro: che cosa si è detto in proposito?
« Certo la Consultazione non è un momento decisionale, non ci sono atti o verbali da approvare, né elezioni da fare. Ciò nonostante è un momento di particolare rilevanza per la vita delle nostre chiese perché in questa occasione è possibile, in libertà, confrontarsi su alcuni temi particolari proposti dal Comitato permanente. Quest’anno il Comitato non ha voluto presentare in Consultazione una relazione sul proprio operato, ritenendo che questo verrà discusso in Sinodo, ma ha voluto indicare alcuni temi su cui ritiene necessaria la consultazione delle chiese. Il primo è quello relativo al 50º anniversario del Patto di integrazione che verrà ricordato nel 2025. In questa Consultazione sono state tracciate le prime linee dunque di un discorso che durerà per i prossimi anni. La relazione introduttiva del prof. Daniele Garrone ha aiutato il dibattito che si è concentrato anche sulla narrazione delle esperienze personali e comunitarie sui rapporti tra valdesi e metodisti ancor prima del Patto di integrazione. Il secondo tema è stato quello dell’azione sociale ed è stato introdotto dal fratello Luciano Cirica. Nel dibattito è stato evidenziato quanto difficile sia oggi poter interloquire come chiesa con il mondo politico nel segnalare le difficoltà che molti cittadini e cittadine vivono in questo momento soprattutto relativamente alla cura della persona. È stata fatta la proposta di creare un tavolo permanente di osservazione relativo alle questioni della sanità e della cura».

– Un anno fa abbiamo raccontato l’inaugurazione della prima fase di ristrutturazione di Ecumene: i lavori sono proseguiti ma sempre al servizio del lavoro, non solo giovanile, che si fa e si farà “dentro” la struttura. Che cosa si annuncia?
«Quest’anno si è conclusa una seconda parte di importanti lavori di ristrutturazione di Ecumene che ha coinvolto soprattutto l’edificio denominato rustico. Altri lavori proseguiranno nell’arco dell’anno. Ora però il Comitato di Ecumene e la Consultazione si sono concentrati sulle attività, il ruolo e la funzione che il Centro avrà per le nostre chiese. Il Comitato ha da poco licenziato il programma dei campi estivi per bambini, ragazzi e adulti che può essere consultato sul sito del centro. Ci siamo concentrati sul ruolo che Ecumene può svolgere ancora per la formazione dei fratelli e delle sorelle di tutte le nostre chiese, sottolineando anche che le attività del Centro sono sempre state offerte anche a chi non era membro delle nostre chiese. Il fratello Sergio Aquilante, nella sua relazione, ha delineato la storia del Centro e nel dibattito è stato evidenziato che i temi teologici, culturali e politici restano i suoi temi centrali. La vocazione di Ecumene è proprio quella di mettere in dialogo tutto ciò che riguarda il nostro essere chiesa con la nostra partecipazione alla vita pubblica e sociale in questo Paese».