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Le chiese ruandesi esprimono dolore dopo le inondazioni che hanno ucciso almeno 130 persone

I leader della Chiesa ruandese sono in lutto per la morte di 130 persone dopo che massicce inondazioni hanno colpito diversi distretti del Paese dell’Africa orientale.
Le devastanti inondazioni e frane hanno fatto seguito a fortissime precipitazioni verificatesi il 2 maggio nelle regioni occidentali, settentrionali e meridionali. Le squadre di soccorso sono corse a recuperare i corpi intrappolati nelle case crollate e negli smottamenti.

Le testimonianze raccontano di intere famiglie uccise o ferite e del disperato bisogno di servizi di base per migliaia di persone rimaste senza casa a causa delle inondazioni. Secondo le autorità, più di 5.000 case sono state spazzate via, e i funzionari prevedono che il bilancio delle vittime salga, dopo le segnalazioni di centinaia di dispersi.

«È molto triste che così tante persone abbiano perso la vita a causa dell’alluvione. Anche molte famiglie sono state colpite. Stiamo pregando per loro», ha dichiarato in un’intervista Evalister Mugabo, vescovo della Chiesa luterana in Ruanda.

Le inondazioni sono state provocate da giorni di forti piogge, nelle regioni che registrano forti precipitazioni tra marzo e maggio. Recentemente, le regioni dell’Africa orientale hanno sperimentato un’alternanza di siccità e inondazioni legate al fenomeno del cambiamento climatico globale.

In Ruanda, alcuni chierici locali fanno parte degli interventi di soccorso in corso in occasione dell’ultimo disastro, insieme a organizzazioni religiose, autorità governative e organizzazioni umanitarie. Le agenzie stanno fornendo servizi – tra cui cibo, acqua, medicine e ripari – agli sfollati e stanno seppellendo i morti.

Alcuni funzionari, tuttavia, affermano che la Chiesa vuole fare di più.

«La Chiesa vuole fare qualcosa, ma come sapete non ha capacità. Questo è al di là delle nostre possibilità, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile», ha dichiarato l’arcivescovo anglicano del Ruanda Laurent Mbanda.

Mugambo ha fatto eco a opinioni simili, affermando che le chiese della regione si stavano preparando a rispondere, ma l’azione era lenta a causa delle risorse limitate.

«Invito chiunque si senta in grado di essere al nostro fianco come Lcr (Chiesa luterana in Ruanda) a farlo, in modo da poter sostenere le persone bisognose come parte del nostro ministero di diaconia», ha detto il vescovo, salutando la risposta del governo.

La Missione evangelica unita ha chiesto di pregare per il Ruanda in seguito al disastro dell’alluvione. Secondo l’organizzazione, il 3 maggio il pastore Bataringaya Pascal, presidente della Chiesa presbiteriana in Ruanda, e il vescovo anglicano Assiel Musabyimana avevano riferito che più di 95 persone erano morte e molte erano disperse dopo che le piogge torrenziali avevano causato inondazioni e frane. Il vescovo ha riferito che i soccorsi sono iniziati immediatamente, ma la pioggia continua a ostacolare il lavoro.

«Uniamoci per pregare per tutte le vittime di questo disastro naturale, affinché il disastro si fermi e i colpiti vengano salvati. Preghiamo per le persone la cui vita è stata devastata dalle forti piogge e dalle inondazioni», ha dichiarato l’organizzazione.

Il presidente ruandese Paul Kagame ha assicurato alla popolazione che il suo governo sta facendo tutto il possibile per affrontare la situazione. Ha detto che il governo stava evacuando la popolazione dalle aree a rischio, offrendo un rifugio temporaneo. Le autorità hanno poi ordinato alla popolazione di spostarsi in aree più sicure.

Jean Claude Musabyimana, ministro ruandese per il Governo locale, il 4 maggio ha esortato le chiese ad aprire le loro porte alle popolazioni bisognose e sfollate.

«Le chiese, le scuole, gli amici e le altre strutture con spazio disponibile possono essere utilizzate per ospitare le persone sfollate a causa del disastro», ha dichiarato Musabyimana al New Times of Rwanda.

Le forti piogge e le grandinate che si abbattono sul Ruanda nei mesi di gennaio e maggio sono solitamente tragiche. Nel 2020, le inondazioni causate dalle forti piogge hanno ucciso almeno 80 persone, ma l’ultimo bilancio è il peggiore mai registrato nel Paese.



Foto di Albin Hillert