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Predicare lo scandaloso Vangelo della pace

Chi cinge le armi non si vanti come chi le depone
I Re 20, 11

Avete imparato ad essere rinnovati nello spirito della vostra mente
Efesini 4, 22.23


Nel 2017 fui invitata, per la prima volta, dal parroco della chiesa S. Giuseppe Innografo ad Augusta (SR) a un incontro ecumenico e interreligioso promosso da La Stella Maris Di Augusta, Il Comitato 18 Aprile e La Caritas Di S. Giuseppe Innografo, dal titolo Religioni: persone e comunità a servizio della pace e della fraternità dei popoli. Da allora ogni anno, a giugno, (esclusi 2020 e 2021) ci incontriamo fratelli e sorelle, operatori e attivisti per la pace, rappresentanti di istituzione religiose, cristiani e musulmani, per condividere riflessioni sulla pace e per pregare Dio di perdonare l’umanità per non aver ancora imparato a vivere insieme in modo pacifico senza farsi la guerra. Il nostro stare insieme è un’esperienza gratificante vissuta in un clima sereno senza pregiudizio e varie fobie che finisce tutte le volte con una festa e convivialità fraterna e sorerna.

Gesù, la nostra pace (cfr. Ef. 1, 14) ci ha portato il Vangelo della pace (cfr. Ef. 6, 15) e ci ha promesso che gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio (cfr. Mt. 5, 9) oltre ad essere chiamati beati. Insieme con quella dei misericordiosi, questa è l’unica beatitudine che non dice tanto come bisogna essere, quanto cosa si deve fare. Il termine greco significa coloro che lavorano per la pace, che fanno pace.

Dunque, nel nostro piccolo, rinnoviamo oggi il nostro impegno di predicare lo scandaloso Vangelo della pace, di coltivare la speranza di cui il mondo ha bisogno, a essere testimoni al servizio della pace, della giustizia e della salvaguardia del creato, sia con la predicazione e con atti concreti di accoglienza e di cura. E piuttosto di vantarci delle nostre opere, viviamo la nostra vita liberati dalla sete del potere e non per la nostra gloria personale, sotto la grazia di Dio quale dono prezioso e immeritato.