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Vivere la comune fede nel Risorto

A Sibiu/Hermannstadt, al centro della Romania, si è da poco conclusa l’ultima giornata del Forum per giovani teologi 2023, dal titolo: “Protestantesimo e partecipazione: assumersi responsabilità – dare speranza – essere visibili”. Il convegno internazionale, cofinanziato dall’Unione Europea, ha avuto luogo dal 12 al 15 aprile ed è stato organizzato dalla Comunione di chiese protestanti in Europa in collaborazione con la Federazione protestante di Hesse e il Centro per la teologia protestante dell’Est Europa.

Quello di quest’anno è stato l’ultimo appuntamento di un progetto avviato a Vienna nel 2022. Giovani teologi e teologhe, studenti universitari così come pastori neo consacrati si sono incontrati nel cuore della Transilvania provenendo da diversi paesi europei: Germania, Romania, Svizzera, Slovacchia, Francia, Belgio e Italia.

La Chiesa valdese ha garantito la rappresentanza italiana, presentando brevemente ai partecipanti la sua storia, la sua struttura ecclesiale e il suo peculiare modo di essere una minoranza significativa nel contesto italiano e internazionale, specialmente attraverso la predicazione evangelica e il servizio diaconale nell’accoglienza dei rifugiati.

Il convegno si è concentrato sul rapporto tra impegno comunitario a livello interno e locale e la presenza visibile delle chiese protestanti europee nel loro contesto sociale. In particolare, il primo giorno ha visto come relatrice principale Christine Schliesser, docente di teologia sistematica all’Università di Zurigo, la quale si è occupata in primo luogo di definire l’esigenza di una comprensione della fede cristiana nel contesto contemporaneo. Si è parlato dunque di public theology, ovvero della fede intesa come testimonianza e coinvolgimento attivo delle chiese nei temi ritenuti importanti nella società secolare. Il centro di questo approccio non consiste in un’adesione ideologica ad un’agenda dettata da altri, ma nel mettere a disposizione di una società sempre più in crisi le prospettive e soprattutto la speranza che dovrebbero connotare un cristianesimo in buona salute, radicato in una solida comprensione trinitaria della rivelazione divina.

Particolarmente interessante è stato discutere con gli esponenti di paesi e denominazioni diverse sul tipo di legame tra formazione interna dei membri di chiesa, che oggi sembrano mancare di conoscenze fino a poco tempo fa scontate nelle realtà evangeliche, e l’impegno concreto nella società con le sue attuali sfide. Senza una buona alfabetizzazione biblica, dogmatica e catechetica che rimetta al centro il culto come incontro vitale con il Risorto in Parola e Sacramento, anche l’impegno civile e persino politico dei credenti si indebolisce e si annacqua sino all’irrilevanza. In questo senso, si è molto riflettuto sul legame tra responsabilizzazione, coinvolgimento e valorizzazione dei membri di chiesa a tutti i livelli, ricordando la comprensione ministeriale di I Corinzi 12.

In concomitanza con i cinquant’anni dalla< strong>Concordia di Leuenberg è emersa ancora una volta l’importanza di un sano ecumenismo che non rinunci alle peculiarità di ogni tradizione, ma che anzi le valorizzi. Questa pratica, unita a una solida costruzione di una rete a livello internazionale, aiuta le chiese di minoranza a giocare, anche nel proprio paese, un ruolo di particolare rilevanza nella creazione di una società più giusta conferendo loro un’adeguata visibilità.

Il giovedì e il venerdì, dopo aver presentato le proprie relazioni, i partecipanti hanno anche potuto visitare i luoghi più significativi della straordinaria vita culturale e religiosa di Sibiu/Hermannstadt e dei suoi dintorni, per poi riunirsi in un culto ecumenico serale presso la straordinaria chiesa luterana cittadina.

Il clima amichevole e fraterno, la preparazione e l’entusiasmo di tutti coloro che hanno partecipato a questo convegno, insieme alla calorosa accoglienza dei padroni di casa, hanno contribuito a renderlo un’esperienza arricchente e densa di spunti di riflessione, che si sono poi concretizzati, il terzo giorno di convegno, in diverse proposte e progetti sul piano educativo, liturgico e accademico.

L’esperienza del Forum, a cui ho avuto il privilegio di partecipare ad entrambe le edizioni, è stata arricchente ed edificante. Sebbene si sia conclusa, non possiamo augurarci con gratitudine che possa ripetersi, anche in forme diverse, in futuro, includendo sempre più persone interessate a vivere la comune fede nel Risorto con impegno, responsabilità e grande speranza.



Tratto da www.chiesavaldese.org