istock-501189835

Recuperare il gusto delle cose fragili

Egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere
Salmo 103, 14

Portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo
II Corinzi 4, 10


Chi meglio del fornaio conosce la farina? Chi meglio del vignaiolo conosce l’uva? Nella sua opera, Dio ha usato ciò che ha creato, per dar forma alla nostra vita. Dopo aver creato luce, mari, terra, animali e vegetazione, ha voluto creare l’essere umano con la polvere della terra. E con il suo respiro ha dato vita a quella polvere trasformandola nell’opera sua più bella, l’uomo e la donna, ai quali affidare tutto il resto della creazione perché la custodissero come un dono prezioso.

Ha fatto l’essere umano di polvere perché tra le tante cose stabili e robuste, si distinguesse per la sua fragilità, tanto che un soffio di vento l’avrebbe potuto disperdere. Ma a quella umanità di polvere, Dio ha concesso, unica tra le sue opere, il suo amore speciale, la sua attenzione, il suo sostegno, la sua promessa. A quell’umanità di polvere Dio ha donato la fragilità per poter essere lui la mano salda che può sostenere. Sì, è vero che le cose fragili si rompono facilmente, ma non si rompono a causa della loro fragilità, che non è un difetto, piuttosto per il fatto di essere trattate con poca cura ed attenzione da chi le maneggia.

Le cose fragili sono le più belle, le più preziose, pur nella loro semplicità. Un fiore che dura poche ore ma che colora e profuma il nostro tempo, un vaso di cristallo che ci impone rispetto nel toccarlo. E allo stesso modo un neonato da abbracciare con tenerezza o un anziano da muovere con cautela. Abbiamo perso il gusto delle cose fragili preferendo ciò che è robusto e a volte grezzo. Perché l’umanità è diventata grezza, insensibile, incapace di gustare il dono della fragilità. Eppure, il salmo che qui ci parla della nostra fragilità, ci ricorda che siamo così perché così siamo stati creati da Dio. Fragili, nati dalla polvere del suolo, “vasi di terracotta in mezzo a vasi di ferro”.

E Dio si ricorda che siamo polvere e ci maneggia con cura, con la dolcezza di una madre che per la prima volta tiene tra le sue braccia il frutto del suo grembo.

Amen!