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Il patrimonio culturale metodista e valdese ha aperto le porte al pubblico

Incontriamo Sara Rivoira e Ilaria Testa, rispettivamente responsabile e responsabile della comunicazione dell’Ufficio Beni culturali della Tavola valdese, per valutare la prima edizione delle «Giornate del patrimonio culturale metodista e valdese» (10-12 marzo, il programma completo si può trovare sul portale https://patrimonioculturalevaldese.org).

Spiega Ilaria Testa: «Hanno partecipato una quarantina di realtà, con almeno un’iniziativa e diverse collaborazioni. Sono predominanti le chiese, che spesso hanno creato piccoli gruppi di lavoro, ma si segnalano diversi centri culturali su tutto il territorio nazionale, dalla Fondazione Centro culturale valdese (Ccv) di Torre Pellice, fino al Centro evangelico di cultura “Bonelli” di Palermo e al Centro culturale “Pascale” di Guardia Piemontese, che ha coinvolto le scuole del territorio. Interessante ricordare anche le due case di riposo, l’Asilo valdese di Luserna S. Giovanni, che ha aperto le sue porte offrendo ai visitatori una mostra della Fondazione Ccv, e il Gignoro di Firenze, con un’attività che ha coinvolto gli ospiti in un progetto che andrà avanti nel tempo, in cui faranno da guide alla cappella dell’istituto».

Sara Rivoira ricorda che alcune realtà, come la chiesa valdese di piazza Cavour a Roma «si sono impegnate per tutte e tre le giornate, dimostrando di “volerci essere”. Sicuramente le realtà urbane sono facilitate, potendo contare su un passaggio di persone significativo. Inoltre, hanno funzionato bene le iniziative che si legavano ad altre connesse al patrimonio (per esempio a Luserna S. Giovanni con la Semaine du français): una sinergia da tenere presente anche in futuro».

Un altro “volano” interessante, nel caso della sede dell’Ufficio Beni culturali, che comprende l’Archivio storico della Tavola valdese, la Fondazione Ccv (con musei e biblioteca) e la Società di studi valdesi, è l’inserimento nel circuito Abbonamento Musei del Piemonte (da diversi anni il Museo valdese rientra in questo circuito), che ha portato 13 delle 50 persone di sabato pomeriggio per le visite guidate gratuite. Due gli appuntamenti organizzati dal Coordinamento Musei (sistema museale), alla Scuola Latina di Pomaretto e a Rorà, in collaborazione con la Società di Studi rorenghi e la chiesa valdese, che hanno visto la partecipazione delle due responsabili dell’Ufficio Beni culturali, entrambi con un bel dibattito, al quale hanno partecipato anche persone esterne, una dozzina i presenti.

Un aspetto molto bello, sottolineano entrambe, è stato il contatto con le persone e i soggetti che hanno partecipato: «Al di là degli aspetti istituzionali, c’è stato uno scambio molto arricchente che ci ha aiutato a costruire rapporti, elemento ancora più importante nel periodo di ripresa delle attività che stiamo vivendo. Le realtà locali (anche piccole e “periferiche”) si sono attivate con grande entusiasmo, con la volontà di mettersi in gioco, rispondendo al doppio obiettivo che ci eravamo posti, sensibilizzare all’interno e all’esterno delle comunità sull’importanza del patrimonio culturale».

Il valore aggiunto delle Giornate è stato di creare una rete, dare uno stimolo collettivo a iniziative che magari si sarebbero potute fare comunque, ma con una risonanza diversa. Va ricordato che i partecipanti hanno messo in campo risorse umane ed economiche proprie, curando la promozione sui territori, mentre l’Ufficio si è occupato della comunicazione generale, predisponendo materiali ad hoc con una grafica riconoscibile, sia per la versione cartacea (che ogni chiesa o ente poteva stampare) sia per quella online. Per il prossimo anno è prevista una pagina dedicata sul sito dell’Ufficio. In particolare, spiega ancora Rivoira, «abbiamo prodotto, in collaborazione con l’ufficio il Barba della Fondazione Ccv, una dispensa per i volontari del “tempio aperto”, attività solo all’apparenza semplice, con una serie di informazioni organizzative e sugli elementi architettonici dei templi protestanti. Questo lavoro rappresenta la sfida di queste “giornate”, comunicare cose complesse in maniera semplice».

L’auspicio è che, valutato il periodo e la durata (non è facile inserirsi nel fitto calendario primaverile), le «Giornate del patrimonio culturale metodista e valdese» diventino un appuntamento annuale, concentrandosi ogni anno su un tema diverso. Se quest’anno l’attività “consigliata” era il tempio aperto, il secondo filone più diffuso è stato la musica: concerti ma anche approfondimenti, per esempio sul funzionamento dell’organo. L’interesse per la musica non è una sorpresa, ma è uno stimolo per uno dei “progetti nel cassetto” dell’Ufficio Beni culturali: la catalogazione e ricerca sul patrimonio musicale delle chiese. Se questa prima edizione delle “Giornate” è stata un termometro degli interessi culturali delle chiese metodiste e valdesi, le piste aperte sono numerose.