25n_fdei_roma-696x522-2

Dove c’è lo spirito di Dio lì c’è libertà

Con il numero di questa settimana di Riforma-L’Eco delle valli valdesi, è in distribuzione il notiziario della Fdei, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Questa intervista curata dalla giornalista Gianna Urizio alla presidente Fdei Gabriela Lio apre il dossier.

Buona lettura.

– Tra meno di due settimane inizierà il XIII Congresso Fdei: quale bilancio tu e il Comitato nazionale potete fare? Quali progetti avete sviluppato in questi anni?

«Il XII Congresso Fdei deliberò con grande consapevolezza ed entusiasmo una maggiore presenza nel territori, ma la pandemia non ci ha permesso di attivare le attività in presenza così accoratamente richieste dal Congresso.
Comunque, il bilancio per noi è molto positivo: dopo un primo momento di panico e smarrimento ci siamo organizzate per poter svolgere on-line parte del mandato. La piattaforma zoom è diventata la nostra alleata per incontrare le donne Fdei e per proporre momenti di confronto, allargando da subito la rete amicale anche fuori dal mondo evangelico, verso il Sae, l’Osservatorio interreligioso contro la violenza sulle donne, o il gruppo di Donne di fede in dialogo. Infatti, abbiamo organizzato un corso di teologia femminista online “Donne e Potere”, diversi webinar sulla violenza di genere, presentazioni di libri e incontri su temi cari alle federazioni femminili presenti nella Fdei. Appena è finito il confinamento per pandemia abbiamo ricominciato a sviluppare i nostri progetti in presenza, molti su base regionale, con una buona partecipazione interna, ampliando così la nostra rete».

– Tra queste molte cose fatte quale ti sembra sia stata particolarmente significativa?
«Direi che il progetto “Ricominciamo da te” è stato un vero e proprio successo anche perché il progetto ha coinvolto non solo le donne evangeliche ma anche donne di altre fedi e donne laiche che operano nelle varie realtà oltre a numerosi uomini. Il progetto, finanziato dall’8 per mille sia della chiesa valdese sia da quello delle chiese battiste, prevedeva un programma diversificato tra tavole rotonde, attività didattiche, teatro ed incontri con le associazioni e centri antiviolenza del territorio. Un progetto pensato per costruire relazioni solidali e azioni come il lancio della campagna mondiale del Cec, il Consiglio ecumenico delle chiese, del “Giovedì in nero” e quella europea “Senza donne non se ne parla”».

– Le nostre chiese vedono molte donne in posizioni di rilievo sia nelle comunità locali, sia a livello nazionale: come mai secondo te le donne nelle chiese locali non si incontrano più come donne nelle tradizionali unioni femminili?

«Crediamo che non dipenda tanto dal non trovarsi più a loro agio in incontri come quelli di un tempo, bensì dal fatto che le donne oggi sono delle vere e proprie equilibriste tra lavoro, famiglia e attività delle chiese. Siamo certe però che ciò non significa che i movimenti femminili denominazi nali debbano sparire ma semmai devono aumentare la loro presenza a livello locale e regionale per un maggiore beneficio di tutti e tutte con strutture più leggere, portando avanti la loro testimonianza, ciascuno con i loro temi d’interesse che non si sovrappongono ma si completano».

– Come può allora la Fdei diventare una Federazione di “donne evangeliche”?

«La Fdei è la Federazione di donne evangeliche in Italia e nel Ticino, il suo compito quindi non è solo collegare i gruppi femminili esistenti delle comunità ma essere una piattaforma di tutte le donne impegnate nelle chiese, sostenere i loro programmi, e promuovendo, e direi quasi rilanciando programmi comuni, cercando di essere insieme una voce profetica nelle nostre chiese. Ad esempio insieme, in piena pandemia, abbiamo scritto alle autorità che eravamo preoccupate dalla situazione delle donne che erano chiuse dentro le case, spesso insieme ai loro aguzzini. Ma vorrei anche segnalare le due tavole rotonde che avremo una in apertura della nostra assemblea di marzo prossimo dal titolo “Io vittima di Femminicidio” e l’altra il sabato sera: “Mistica e resistenza: il pacifismo di Dorothee Sölle, scelta di vita”».

– Una domanda finale: quali sono secondo te le sfide che la prossima Fdei dovrà affrontare, quali priorità do- vrebbe stabilire?

«Sicuramente dobbiamo continuare a lavorare su due temi importanti come quello della violenza di genere e l’ambiente. Sicuramente importante poi è lavorare per potenziare la rete nazionale e costruire una più forte relazione tra donne native e donne migranti. Da non dimenticare poi che dobbiamo continuare a promuovere la formazione teologica, il programma radio “Donne in Rete”, i Notiziari e i 16 Giorni in diverse lingue per sensibilizzare non solo le nostre chiese, sulla violenza di genere.
Infine, credo che la Fdei dovrebbe rinnovare i rapporti con le donne protestanti in Europa e nel mondo e cominciare a riflettere sulla giustizia di genere per assicurare a tutte le persone LGBT+ la piena uguaglianza, lavorando sopratutto sul piano teologico e culturale, favorendo il rispetto e il dialogo tra diverse tradizioni teologiche. Solo in questo modo si può, insieme, produrre un cambiamento culturale scardinando stereotipi e pregiudizi e forse anche paure».