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4 nuovi Giusti nel Giardino di Monte Stella a Milano

Nel 2012 il Parlamento Europeo ha accolto l’appello di Gariwo per istituire la Giornata europea dei Giusti il 6 marzo, divenuta poi solennità civile in Italia nel 2017. Centinaia di Giardini sono nati negli anni in Italia e nel mondo per diffondere il messaggio dei Giusti. Gariwo è l’acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide, Giardini dei Giusti in tutto il mondo, associazione creta in Italia nel 1999 e che nel 2003, giusto venti anni fa, crea insieme al Comune di Milano il primo Giardino dei Giusti di tutto il mondo al Monte Stella, che dal 2009 è gestito dall’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano, composta da Gariwo, Comune di Milano e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

A Milano la cerimonia di posa delle nuove targhe dei Giusti e consegna delle pergamene si è svolta il 3 marzo sotto il tema “Salvare l’umano nell’uomo. I Giusti e la responsabilità personale”.

Quattro nuove targhe al Giardino di Milano sono ora dedicate a: Gareth Jones, giornalista gallese, che fu il primo a documentare l’Holodomor la grande carestia causa a tavolino dalle autorità sovietiche nei territori ucraini negli anni 1932-33), scontrandosi con l’indifferenza dell’Occidente e la censura di Mosca fino alla sua misteriosa morte; Alfreda “Noncia” Markowska, donna rom, durante il Porrajmos (lo sterminio dei popolo Romanì perpetrato dalla Germania nazista) perse la sua famiglia ma rischiò la vita per salvare dallo sterminio il maggior numero di bambini, rom o ebrei; Sir Hersch Lauterpacht, giurista britannico, che ha posto l’individuo al centro del diritto e ha promosso al processo di Norimberga contro i criminali nazisti l’idea di responsabilità personale di fronte a ordini inumani; Akram Aylisli, scrittore azero, che ha denunciato le violenze del suo Paese contro gli armeni e sostenuto il dialogo tra i due popoli, pagando con un “esilio” nella propria terra.

«Si può ancora credere nell’uomo dopo la Shoah, i Gulag, i genocidi del Novecento e con una nuova guerra in Europa? – si chiedono i responsabili di Gariwo – È una domanda che ci poniamo spesso, quando pronunciamo la frase mai più. Ma è anche l’interrogativo di Vasilij Grossman, autore di Vita e destino. La sua risposta è per certi versi paradossale: il male non può essere eliminato dalla storia poiché si presenta con la tentazione del Bene. È stato questo il fascino delle ideologie totalitarie che ha convinto molti uomini a uccidere in nome della costruzione di un paradiso in terra. Eppure, sostiene Grossman, il male non riesce mai a mutare la natura umana e a soffocare l’anelito alla libertà insito nel cuore degli uomini.

Questo significa che, anche di fronte a un male estremo, l’umano nell’uomo non può essere estirpato. Nessuna forma di violenza, per quanto potente e perfetta possa essere, può soggiogare la forza della vita. Si può togliere una vita, certamente, ma non è sufficiente: anche se la vita muore, non è comunque sconfitta.

Chi ha aiutato gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale non ha mai pensato di vincere la guerra contro il nazismo, ma semplicemente ha agito, indipendentemente dal contesto politico, affinché la sua vita non fosse corrotta dal male.

È questo il segreto degli uomini Giusti, ed è fondamentale ricordarlo in una ricorrenza speciale: i primi 20 anni del Giardino dei Giusti di tutto il mondo del Monte Stella.
Questo “segreto” si svela nelle storie di chi salva vite, denuncia l’orrore dei genocidi di fronte a censure e negazionismi, promuove il dialogo tra popoli sfidando arresti e minacce, agisce affinché i primi segni del male non si traducano in nuovi stermini»