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Le chiese evangeliche in Siria in prima linea dopo il terremoto

All’alba del 6 febbraio un terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la provincia di Kahramaraş, nel sud della Turchia, causando migliaia di morti e feriti. Le scosse di assestamento si susseguono e hanno raggiunto con forza anche le città del nord della Siria, lasciando devastazione e morte ad Aleppo, Hama e Latakia.

«C’è la possibilità di ulteriori crolli», ha dichiarato all’Afp Catherine Smallwood, direttora delle emergenze presso l’ufficio europeo dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha aggiunto: «Purtroppo vediamo sempre lo stesso schema con i terremoti. Ciò significa che il numero iniziale di morti e feriti aumenterà drasticamente nella settimana successiva».

Abbiamo raggiunto i pastori Joseph e Najla Kassab del Sinodo Evangelico Nazionale di Siria e Libano (Nessl) per ricevere in tempo reale informazioni dalla regione. Najla Kassab è anche presidente della Comunione mondiale di chiese riformate (Wcrc), unione di 230 chiese da 108 nazioni in rappresentanza di oltre 80 milioni di persone, prima donna a ricoprire tale ruolo, mentre Joseph è segretario generale del Sinodo Evangelico Nazionale di Siria e Libano.

«Care amiche e Cari amici e partner in Cristo» ci hanno scritto – sebbene Aleppo sia la città più colpita, il sisma ha fatto crollare completamente o parzialmente molti edifici nelle città di Latakia e Hama, e ci sono villaggi circostanti che sono stati distrutti.
È importante che noi del Sinodo Evangelico Nazionale di Siria e Libano si riesca a stare quanto più possibile vicino alle persone colpite e ancora spaventate. Di tutte le catastrofi che ci sono capitate, a questa, per così dire, non eravamo preparati.

In una telefonata con il nostro pastore ad Aleppo, siamo stati informati che lui si è preoccupato di aprire il nostro “Collegio” per accogliere tutte le persone che si rifugiano nell’edificio scolastico, che è uno spazio sicuro. Il numero ha raggiunto diverse centinaia.

La Chiesa sta già fornendo cibo e un luogo caldo. Lo stesso a Latakia, dove la Chiesa ha accolto persone terrorizzate che hanno trovato rifugio nella chiesa. È la stessa situazione in molte delle nostre chiese in Siria. Alla fine, queste persone avranno bisogno di materassi, coperte e gasolio per l’elettricità e il calore nel freddo inverno.

Stiamo parlando della Siria afflitta, dove milioni di persone sono impoverite dalla lunga guerra. Milioni di persone sono senza elettricità, acqua o riscaldamento. Fa molto freddo e l’inverno è rigido.
A nome del Nessl, vi rivolgiamo un appello a causa delle circostanze estremamente eccezionali che il terremoto ha imposto a persone innocenti che non hanno altra colpa se non quella di vivere in un’area politicamente instabile e di subire le conseguenze della guerra. Ma oggi soffrono di più a causa delle forze della natura che non possiamo controllare. Oggi siamo chiamati a essere per loro un Cristo che è andato in giro a fare del bene e a riversare amore».

Foto da https://www.flickr.com/photos/jsjgeology/52671980194