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Sparatorie negli Stati Uniti: «Non possiamo continuare a distogliere lo sguardo da questa crisi nazionale»

Herbert Nelson, che ricopre il ruolo di Stated Clerk, il responsabile esecutivo dell’Assemblea generale della Chiesa presbiteriana statunitense , ha nuovamente invitato i legislatori e l’amministrazione Biden a prendere una posizione forte sul controllo delle armi. Il pastore ha espresso i suoi commenti in seguito alle sparatorie di massa degli ultimi giorni, che hanno causato la morte di ben 18 persone.

«Questo accade troppo spesso e nonostante le grida delle famiglie, degli amici, delle comunità e delle chiese, non c’è ancora nessuna azione da parte di coloro che hanno il potere per avviare un vero cambiamento sul controllo delle armi».

Nelson ha aggiunto che è stato versato abbastanza sangue perché i legislatori riconoscano che la situazione è fuori controllo, ed esorta i leader di entrambi gli schieramenti politici a «venire al tavolo» e trovare una soluzione.

Ha aggiunto che il controllo delle armi non è l’unico problema: «è necessario fare di più per affrontare i problemi di salute mentale, assicurando che coloro che hanno bisogno del sostegno dei governi locali, statali e nazionali lo ricevano».

Undici persone sono morte nella sparatoria e altre nove sono rimaste ferite nell’attacco a una scuola di ballo a Monterey Park nei pressi di Los Angeles . Il sospetto, un uomo di 72 anni, è morto per una ferita d’arma da fuoco autoinflitta. Le autorità non hanno ben chiaro cosa abbia portato alla sparatoria.

Una seconda sparatoria in una fattoria nel nord della California ha causato sette morti, molti dei quali lavoratori migranti. Un sospetto è stato preso in custodia.

«Un figlio, una figlia, un coniuge, il figlio di qualcuno sono morti oggi, perché individui armati hanno deciso di porre fine alle loro vite. Mi trovo a lottare per trovare nuove parole, nuovi pensieri che possano spiegare i miei sentimenti dopo l’ennesima perdita di vite umane senza senso. Cosa può spingere qualcuno a odiare così tanto da pensare che l’unica soluzione sia sparare quanti più proiettili possibile a chiunque gli si ponga di fronte? Questo accade troppo spesso e, nonostante le grida delle famiglie, degli amici, delle comunità e delle chiese, non c’è ancora un’azione da parte di coloro che hanno il potere di cambiare realmente il controllo delle armi.

La sparatoria a Los Angeles è una delle peggiori della California a memoria d’uomo. Le forze dell’ordine hanno descritto la scena come puro caos. Una notte di festeggiamenti si è trasformata in una notte di sangue. Nei giorni seguenti altre sette persone, tra cui alcuni lavoratori migranti, sono state uccise a colpi di pistola in una fattoria. Per coloro che sono sopravvissuti, le cicatrici emotive potrebbero durare tutta la vita. Le forze dell’ordine indagheranno, le ferite fisiche potranno guarire, ma il dolore duraturo sarà un ricordo costante di un’altra tragedia che avrebbe potuto essere evitata se i nostri leader governativi avessero intrapreso le azioni necessarie per tenere le armi lontane da coloro il cui unico scopo è fare del male a persone innocenti.
Ancora una volta, esorto i leader della nostra nazione, sia quelli a favore che quelli contrari al controllo delle armi, a sedersi al tavolo, a mettere da parte le differenze politiche e a trovare una soluzione a questo problema che ha già causato decine di vittime nelle prime tre settimane del nuovo anno. I nostri leader devono investire in risorse per affrontare le cause profonde di questa violenza, compresa la salute mentale. Troppo spesso uno dei fattori principali alla base delle sparatorie deriva da condizioni di salute mentale non diagnosticate o non trattate.

Non possiamo continuare a distogliere lo sguardo da questa crisi nazionale. Non possiamo essere così ciechi da non vedere che stiamo creando una società che mette in pericolo i nostri cari. Possiamo fare meglio. Dobbiamo fare meglio.

Siamo addolorati con le famiglie di coloro che sono morti in queste tragedie. Le nostre preghiere vanno anche ai medici, alle infermiere e agli altri che si stanno ancora occupando dei feriti. Possa il tocco curativo di Dio portare conforto a tutti coloro che soffrono».

Foto di Zedembee, Memoriale a Monterey