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Ambiente e clima; Legambiente risponde

Di ambiente e di clima si torna periodicamente a parlare; anche perché da un lato i mutamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e anche chi li negava fino a pochi anni fa ora ha dovuto arrendersi e riconoscere che qualcosa non va. Lo stesso Pnrr su cui il sistema Italia prova a ricostruire un pezzo di futuro, fonda molte delle sue azioni su ambiente e clima.

Così può essere interessante provare all’inizio di un nuovo anno, a fare il punto sulle questioni più “calde”; e lo facciamo con il vicepresidente del circolo val Pellice di Legambiente Andrea Crocetta, che da anni lavora su temi come energia, mobilità, emissioni.

Se dovessimo individuare tre temi particolarmente rilevanti cosa indicheremmo?

«Per primo indicherei la questione mobilità – esordisce Crocetta –: è necessario dare a un territorio la possibilità di avere una mobilità sostenibile. Da un lato oggi gli spostamenti causano un forte inquinamento e un elevato uso energetico ma nel contempo la mobilità diventa, anche sul piano locale, strategica. A forza di ridurre i servizi collettivi (sospensione del treno, autobus con mille problemi) ci si sposta con mezzi privati: oggi gli utilizzatori dei mezzi pubblici sono circa 1/5 di vent’anni fa. Dunque siamo costretti alla mobilità privata, con aumento del traffico, inquinamento, costi energetici e sociali molto alti. In sostanza si è spostato il costo della mobilità dal pubblico ai privati, singoli viaggiatori. Al di là delle singole posizioni e delle idee avanzate periodicamente, io direi che in questi anni si sta “non discutendo” sulle questioni di fondo che sono “come vivo?”, “come promuovo un territorio?”. In sostanza manca una visione di come vorremmo fosse la valle».

La questione clima è ormai sotto gli occhi di tutti…

«Anche se stiamo percependo profondi cambiamenti, non stiamo ancora prendendo coscienza di che cosa andrebbe fatto. Anzitutto bisognerebbe ridurre le emissioni di CO2: vedo molte iniziative anche interessanti ma spesso slegate, senza una vera e propria pianificazione energetica a livello di territorio. Ha poco senso se un Comune avvia da solo un’iniziativa pur valida o se un privato si mette i suoi pannelli solari; dal settore forestale su cui forse stiamo effettivamente avviando importanti iniziative, ma in generale, bisognerebbe fare un ragionamento globale. Anni fa si era avviato con la Comunità montana un percorso di “Agenda 21” ma non si è riusciti a incidere con interventi complessivi; bisogna che i Comuni si mettano a riflettere su questi temi tutti insieme».

Ci sono buoni esempi in giro?

«Il Comune di Pomaretto ha avviato varie iniziative sul piano energetico; nel Cuneese ci sono situazioni dove si sta lavorando bene e insieme».

Legata al clima c’è la questione acqua…

«Teniamo presente un dato: la CO2 crescerà per decenni o al massimo resterà stabile. Che ci sia meno acqua nei torrenti è sotto gli occhi di tutti e, oltre alla difficoltà dei corsi d’acqua a svolgere il loro ruolo di filtro e depurazione, la carenza di acqua impatta e impatterà sempre di più sulla nostra vita e sull’economia. Dico perciò che sarebbe importantissimo non solo vedere i segnali ma anche sviluppare forme di adattamento. La parte bassa della valle ha una vocazione frutticola, quella alta è caratterizzata dall’alpicoltura: se non si studiano sistemi anche innovativi per la gestione delle acque, a breve queste attività andranno in crisi».