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Genova Provare a esserci, anche di notte

Novu sorride. I suoi denti bianchi spiccano sul volto scuro: scuro per il colore della pelle ma anche per le troppe docce non fatte. Novu, solitamente, accoglie quanti si avvicinano offrendo qualcosa, con un semplice: «Tutto bene, grazie, non ho bisogno di niente». Anche in un riparo di fortuna, in un tunnel stradale della città di Genova, si può scoprire la gratitudine.

Novu è uno dei – purtroppo – molti “amici” che si possono incontrare nella notte a Genova per strada. Dormono in vari punti della città, in ripari di fortuna. Come in molte altre città italiane sono donne e uomini, giovani e meno giovani, italiani di nascita e persone di altri Paesi che hanno perduto, nel corso del cammino, la speranza di una vita migliore. O, forse, questa speranza è ben nascosta, tra cartoni e vecchie coperte.

Nel 2020, con l’esplosione della pandemia, i posti a disposizione nei dormitori cittadini diminuiscono e le persone costrette a dormire per strada aumentano. Il pastore Daniele Marzano della Chiesa evangelica della Riconciliazione propone alle altre chiese evangeliche della città un’azione comune: perché non andare, proprio nelle ore più fredde della notte, a visitare le persone che dormono al porto, nel centro della città, in prossimità delle stazioni ferroviarie? Non è forse anche questo un modo per essere in strada con Gesù?

Inizia così, con la collaborazione dell’associazione Veri Amici e dell’Unione evangelica per la solidarietà, che da decenni collega tra loro chiese evangeliche che hanno alle spalle storie e origini differenti, ma che desiderano vivere insieme nel servizio la testimonianza all’Evangelo, un progetto che prosegue fino ad oggi. Potremmo definirlo un progetto di diaconia “leggera”: vive grazie all’impegno delle persone che, notte dopo notte, nei mesi che vanno da dicembre a marzo, escono per portare coperte, vestiti caldi, the e zuppa o qualcosa di dolce da mangiare a chi non ha trovato altro letto se non quello offerto da una panchina o da un marciapiede.

Il punto di incontro è nel centro storico di Genova, dove ha sede un locale utilizzato dalle associazioni Veri Amici e Unione evangelica per la solidarietà per le attività settimanali (distribuzione di vestiario, momenti di incontro e di ascolto rivolto a persone con problemi di dipendenza, distribuzione di pacchi alimentari). Si prepara il the caldo, si preparano i borsoni di vestiti e coperte, ma ci si ferma anche per qualche istante, nella preghiera, per ricordarci che il nostro “fare” è ben poca cosa. E poi inizia il giro, che tocca vari angoli della città di Genova, nella speranza – purtroppo spesso delusa – di non incontrare troppe persone, perché sarebbe un segno che hanno trovato un posto migliore per dormire. A seconda delle notti, il giro prosegue fino all’una o alle due, talvolta oltre.

Si incontrano volti noti, che ormai si conoscono per nome, altre volte persone nuove o di passaggio, giovani ragazzi africani che dopo una notte sono già altrove. C’è chi ha voglia di parlare, chi ha bisogno di una parola di preghiera, chi desidera semplicemente continuare a dormire. In un certo senso, si tratta semplicemente di provare ad esserci.

Foto di Franco Folini