07-bologna

Un luogo che torna a vivere

Che cosa accade quando fedeli di diverse appartenenze religiose insieme agli aderenti a percorsi filosofici diversamente credenti”, alle amministrazioni locali e allUniversità si incontrano attorno al progetto di riqualificazione di un piccolo cimitero sulle colline bolognesi in chiave interreligiosa e laica? 

Accade che prende forma, almeno sulle tavole da disegno, un progetto pilota in Italia frutto di un lavoro lento e paziente di uomini e donne che hanno posto nellascolto il fondamento del dialogo.

Ci riferiamo allincontro avvenuto il 14 dicembre presso la chiesa metodista di Bologna, dove la pastora Giuseppina Bagnato ha accolto gli studenti della UniBo, facoltà di Ingegneria-Architettura, che hanno presentato la proposta progettuale per il cimitero interreligioso e laico di Borgo San Pietro nel comune di Ozzano dellEmilia.

Alla presenza della prorettrice vicaria dellAlma Mater Studiorum, prof. ssa Simona Tondelli e accompagnati da Andrea Ugolini, professore di Conservazione e Restauro e dal paesaggista Filippo Piva, gli studenti e le studentesse del quarto anno di Architettura hanno illustrato, attraverso slides, quali scelte architettoniche risultano essere utili per recuperare la memoria del piccolo cimitero rurale che presenta segni di forte abbandono e decadimento. Lobiettivo è visionario, come lo ha definito Ugolini: «Lazione di conservazione non è sinonimo di congelamento, ma è dare un nuovo senso ai manufatti, restituendoli alla collettività affinché i luoghi possano tornare a vivere». E il senso nuovo da assegnare al cimitero, o meglio la sua rifigurazione, è frutto di un dialogo nel quale da oltre due anni alcuni fedeli delle diverse chiese cristiane, del mondo islamico, del mondo ebraico e aderenti ad associazioni laiche del Bolognese si impegnano, con il desiderio di trovare un unico luogo di sepoltura per i propri cari che sia segno di inclusione al di là delle differenti appartenenze religiose e filosofiche. «Riconoscersi tutti appartenenti alla grande famiglia umana», spiega lideatrice del progetto Valentina Ciardelli, «significa trovare luoghi di condivisione dellunico percorso umano che ci accomuna pur partendo da sentieri umani e spirituali differenti, ricordando che la Terra ci è madre, ci nutre e ci accoglie». 

«La presenza della Natura è il comune denominatore per tutte le religioni e diviene elemento fondante e imprescindibile di questo progetto», afferma il paesaggista prof. Piva, il quale ricorda come «la camminata interreligiosa e laica che si è tenuta a maggio durante la Giornata del Creato per raggiungere il Borgo di San Pietro abbia permesso ai futuri architetti di lasciarsi permeare dal paesaggio, accogliendone le suggestioni da armonizzare poi con le esigenze specifiche di ciascuna fede religiosa». Accanto al cimitero ri-definito si trova infatti un boschetto deputato alla piantumazione di nuovi alberi per accogliere le ceneri dei propri cari, «un luogo di incontro e conforto per fare memoria», precisa Domenico Perilli dellassociazione laica Becoming Trees, che si occuperà della dispersione delle ceneri e del loro affidamento a un albero. 

Diverse, dunque, le voci che si sono succedute, tutte concordi nellaffermare la bellezza di un dialogo che non si ritrae davanti alla molteplicità dei percorsi spirituali, anzi che trova in essa il suo punto di forza. 

Ne è segno evidente il tempio metodista, dove si è innalzata la voce di Latifa Bouamoul nella recita della Sura 50 del Corano e dove lorgano ha suonato per mano del Maestro Wladimir Matesic sulle note di Olivier Messiaen. A corollario, la voce solista di Delilah Gutman ha offerto al pubblico un canto yemenita sulla traccia del Cantico dei Cantici. 

(Silvia Zucchini è membro del Comitato scientifico del Gruppo Nazionale di Lavoro per le stanze del silenzio e dei culti)

Foto: Tempio metodista di Bologna, quarta domenica d’Avvento e Festa dell’Albero 2022