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UK. No alla nuova miniera di carbone nella contea di Cumbria

L’attuale presidente dell’Unione battista della Gran Bretagna, Hayley Young, e l’ex presidente Dave Gregory, si sono uniti ad altri nel firmare una lettera aperta al primo ministro Rishi Sunak e al segretario di Stato, Michael Gove, nella quale si chiede al governo del Regno Unito di riconsiderare la sua approvazione di una nuova miniera di carbone in Cumbria, che ha ricevuto il via libera nella scorsa settimana, e che minaccia l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5ºC.

La miniera, sita nella contea del Nord-ovest dell’Inghilterra, estrarrà carbone da coke per la produzione di acciaio nel Regno Unito e in tutto il mondo. I sostenitori affermano che creerà posti di lavoro e ridurrà la necessità di importare carbone.

Nella lettera si legge: «Riconosciamo che questa regione ha bisogno di investimenti, ma il governo sta sostenendo un’industria morente invece di garantire posti di lavoro verdi sostenibili a lungo termine. Sappiamo che ogni chilo di investimento nelle energie rinnovabili crea tre volte più posti di lavoro rispetto all’industria dei combustibili fossili.

Il carbone di questa miniera continuerà a riscaldare il pianeta, inquinare l’atmosfera e avere un impatto più grave sui paesi più poveri del mondo che hanno fatto il minimo per causare la crisi climatica. Deploriamo questa grande ingiustizia».

Coordinata da Young Christian Climate Network e sostenuta da Operation Noah e Christian Aid, la lettera è stata firmata dall’ex arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, dai principali vescovi ambientalisti della Chiesa d’Inghilterra e dalla Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles, dai leader della Chiesa Metodista di Gran Bretagna, della Chiesa Riformata Unita, dell’Esercito della Salvezza, dell’Unione delle Chiese Indipendenti Gallesi, dei Quaccheri e della Chiesa Episcopale scozzese. Anche membri di altre denominazioni cristiane hanno firmato la lettera, tra cui Judith Morris, segretario generale della Unione battista del Galles.

L’anno scorso, l’Agenzia internazionale dell’energia ha affermato che non ci dovrebbero essere nuovi sviluppi di combustibili fossili in nessuna parte del mondo se il riscaldamento globale dovesse essere limitato a 1,5ºC – obiettivo concordato a livello internazionale – mentre la ricerca eseguita da Carbon Tracker ha scoperto che il 90% dei combustibili fossili devono rimanere nel terreno sotto forma di carbonio incombustibile per limitare il riscaldamento globale a 1,5ºC.

La lettera aperta dei leader e degli attivisti delle Chiese, richiamando una conferenza del 2018 in cui Michael Gove affermò: «I cristiani sono chiamati a ricordare il loro legittimo posto all’interno della Creazione e la loro responsabilità nel proteggerlo e difenderlo», afferma: «esortiamo il governo del Regno Unito a mettere in pratica ciò che (Gove) ha predicato mantenendo il carbone nel sottosuolo e investendo in un futuro sostenibile».