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Chiese protestanti impegnate in progetti ambientali

 

Per il Défap, Servizio di Missione e relazioni internazionali delle Chiese protestanti francesi, erede insieme alla Cevaa (Comunità di chiese in missione) della Società delle Missioni evangeliche di Parigi (Smep), una delle maggiori sfide di oggi è la sostenibilità ambientale. Da diversi anni il servizio di missione francese è impegnato in progetti di salvaguardia del Creato, ma oggi la spinta è ad andare oltre, per ridurre (e possibilmente azzerare) la propria “impronta ecologica”.

Nel programma 2021-2025 del Défap, insieme allo sviluppo dei rapporti con i partner e l’interculturalità troviamo infatti l’impegno «per la giustizia, il rispetto del creato e della dignità umana».

Aspetti strettamente legati e che si possono riassumere nel concetto di “giustizia climatica”: gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili, con la distruzione dei loro mezzi di sussistenza e di interi habitat.

Da qui l’impegno del Défap che, in un’ottica di solidarietà, cerca di limitare il più possibile «gli effetti secondari delle proprie attività». 

Come si legge sul sito Internet, da quasi un anno (gennaio 2022) il Défap ha intrapreso un’azione di riduzione della propria impronta ecologica. Questo comporta oltre alla misurazione dei propri consumi energetici, uno studio all’interno della Commissione progetti di soluzioni concrete di “compensazione del carbonio” all’interno della sua rete d’azione. Gli obiettivi in tema di riduzione delle emissioni di gas serra sono ambiziosi: 40% entro il 2030 (rispetto all’anno di riferimento 2021), 50% entro il 2040 e 60% entro il 2050. Per raggiungerli, si sta effettuando un audit energetico nella sede del Défap, e parallelamente si cercherà di ridurre l’inquinamento legato a viaggi e spostamenti.

Inoltre, laddove non è possibile ridurre le emissioni si adotta la strategia della “compensazione”, con il sostegno ad attività volte a diminuire la produzione di gas serra, di una quantità equivalente a quella prodotta, per arrivare alla parità e quindi alla “neutralità carbonica”.

La proposta, che coinvolge anche le chiese membro della Cevaa e i suoi partner, è di individuare annualmente dei progetti di “compensazione carbonica” da sostenere.

Per il 2023, il Défap ha sostenuto il Secaar, Service Chrétien d’Appui à l’Animation Rurale, una rete di 18 tra chiese e organizzazioni cristiane africane ed europee, che attualmente ha sede a Losanna, Svizzera, e segreteria esecutiva a Lomé, Togo. 

Proprio il nord del Togo è coinvolto nel progetto, condotto con la “Divisione di lotta contro la povertà” della Chiesa evangelica del Togo, volto a migliorare la funzionalità delle “cucine” domestiche, rendendole più efficienti, con un ridotto consumo di legna (e quindi di deforestazione) e di gas butano e la conseguente prevenzione di malattie respiratorie causate dai fumi prodotti col metodo attuale, che consiste sostanzialmente in fuochi aperti. La creazione di focolari chiusi, per quanto semplici, consentirebbe una riduzione tra il 50 e il 60% dei consumi di legname, con un risparmio economico non indifferente. Ultimo (ma non meno importante) risvolto del progetto, la formazione di persone locali per la produzione di questi “focolari migliorati”.

Ma questo non è l’unico progetto: il Secaar ha appena aperto un centro di formazione sperimentale di “agroecologia” sul riciclo e altre innovazioni, ed è prevista la costruzione di due aule per sessioni intensive, con l’utilizzo e di materiali locali e l’installazione di pannelli fotovoltaici.

Sul sito del Défap si trovano altri progetti ambientali, come quello di formazione per installatori e manutentori di pannelli fotovoltaici in Gibuti, la creazione di terreni coltivabili in Tunisia, la promozione dell’autonomia alimentare attraverso l’agricoltura nella Repubblica centrafricana.