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Vendita di armi al Qatar: l’Italia in questo campo primeggia

C’è una competizione mondiale in Qatar in cui l’Italia è in corsa e non spettatrice davanti alla televisione, ed ha pure un piazzamento sul podio assicurato.

Non si tratta ovviamente dei mondiali di calcio, ma della gara per la vendita di armi all’ emirato della penisola arabica.

I dati sull’export di armi verso il Qatar ci vede infatti saldamente ai vertici, addirittura sul gradino più alto in varie occasioni. Vediamo.

A maggio, come ogni anno, il governo ha presentato al Parlamento i dati sulle vendite di armamenti e il Qatar nel 2021 è stato il principale acquirente di armi italiane con ordini per un ammontare di 958 milioni di euro, ed è la terza volta che accade negli ultimi 6 anni, con una punta stratosferica di 6,1 miliardi di euro di commesse nel biennio 2017/2018. Con l’Italia fanno la parte del leone i soliti Stati Uniti, e poi Francia, Germania e Gran Bretagna.

Come riporta il sito della “Rete Pace e Disarmo” «Nel 2021 le prime 4 aziende per controvalore totale di autorizzazioni all’esportazione militare in ben 92 Paesi sono state Leonardo (con il 43,45% e sempre ben al di sopra del miliardo complessivo), Iveco Defence Vehicles (23,48%), MBDA Italia (5,19%) e GE. Avio (3,87 %) che rappresentano circa il 76% del valore globale. Leonardo è destinataria di circa il 28% del totale delle autorizzazioni (612 su 2.189) mentre i primi 15 operatori hanno ricevuto 1.192 autorizzazioni, circa il 54% del totale.

Nel 2021 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ricevuto segnalazioni dagli istituti di credito per operazioni relative ad “esportazioni definitive” di armamenti per un ammontare di 5.056.602.050 euro a cui vanno aggiunti 1.166.058.341 euro per operazioni svolte in attuazione di Programmi intergovernativi di armamenti e 454.076.416 euro per le licenze globali. Gli istituti di credito e finanziari che hanno svolto operazioni, principalmente per incassi per conto delle aziende che sono loro clienti ma anche per finanziamenti e garanzie, sono nell’ordine: Unicredit (2,8 miliardi), Intesa Sanpaolo (1,3 miliardi), BNP Paribas Succursale Italia (745 milioni) e BNP Paribas (117 milioni), Crédit Agricole (645 milioni), Sace (518 milioni), Bayerische Hypo und Vereinsbank (316 milioni), Deutsche Bank Spa (249 milioni) e Deutsche Bank AG (82 milioni), , Banco Santander (190 milioni), Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (82 milioni)».

Quasi un’arma su 4 prodotta nei nostri confini finisce in Stati nord africani e medio orientali, aree fra le più coinvolte in guerre a vari livelli, cui da Roma forniamo dunque un contributo decisivo al loro perpetrarsi.

Come riporta Africa Express si tratta di vendite di cacciabombardieri ed elicotteri pesanti; corvette, navi d’assalto e sottomarini; missili aria-terra e anti-nave; cannoni e mitragliatori; sistemi radar e sofisticate apparecchiature di telecomunicazione. 

 

Foto di Адміністрація Президента України.