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Trasformare i sistemi economici “dannosi e insostenibili”

Alcune organizzazioni cristiane ecumeniche hanno inviato un appello ai leader del G20 che si riuniranno a Bali, in Indonesia, dal 15 al 16 novembre, affinché «trasformino i sistemi insostenibili e mortali» in «un’economia della vita a beneficio del pianeta terra e di tutta l’umanità».

L’appello è stato firmato dalla Federazione luterana mondiale, dal Consiglio mondiale delle chiese, dalla Comunione mondiale delle chiese riformate, dal Consiglio metodista mondiale e dal Consiglio per la missione mondiale, che insieme rappresentano più di mezzo miliardo di cristiani in tutto il mondo. Le organizzazioni fanno parte di una rete ecumenica che chiede una nuova architettura finanziaria ed economica internazionale (Nifea).

I leader religiosi lanciano l’allarme su tre crisi interconnesse che, secondo loro, stanno attualmente affliggendo l’umanità: una crisi di «disparità economica legata a disparità razziali, etniche, religiose, di genere e altre disparità sociali», una catastrofe climatica «che richiede un’urgenza, trasformazione concertata in tutti i settori» e un «debito crescente e una più ampia crisi economica» che colpisce i paesi e le comunità più vulnerabili.

Oltre a questi, si afferma nell’appello, il mondo sta affrontando «una crisi alimentare allarmante, aggravata dall’invasione russa dell’Ucraina», che ha raddoppiato il numero di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare negli ultimi due anni. I leader insistono sul fatto che il sistema economico e il modello di crescita prevalenti, «costruiti sull’eredità del colonialismo e della schiavitù», sono sia «dannosi che insostenibili».

I leader religiosi hanno dunque definito una serie di misure che possono promuovere un sistema economico più equo e partecipativo, rispettando il pianeta e alimentando «la salute e la resilienza delle nostre comunità e degli ecosistemi». Tra queste ci sono: una richiesta di regole per frenare la speculazione finanziaria su cibo, energia e altri beni vitali; un’adeguata protezione sociale per i più vulnerabili; investimenti nell’agricoltura basata sulla comunità e nelle energie rinnovabili; una cancellazione o una moratoria sul pagamento del debito per i paesi con redditi bassi e medi, e un sistema fiscale più giusto.

L’appello è indirizzato al presidente indonesiano Joko Widodo, attuale presidente del G20, con copia inviata al segretario generale dell’Onu, al presidente della Banca mondiale e all’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale.