img_0147-696x522-2

Mozioni, ma soprattutto emozioni

«Che cosa dobbiamo dire, che cosa dobbiamo fare?». La domanda, ricorrente nell’Assise generale, può essere letta sia in senso ampio, sul ruolo delle chiese protestanti oggi (nella consapevolezza che abbiamo molte domande e poche risposte), ma anche da un punto di vista più ristretto, rispetto al funzionamento di questa nuova struttura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, istituita dall’Assemblea generale del 2015. La prima si era tenuta nel 2018, la seconda avrebbe dovuto tenersi un anno fa, ma era stata rimandata causa pandemia (e sostituita da una tavola rotonda pubblica, seguita dall’Assemblea che aveva eletto il nuovo presidente, il pastore valdese e professore della Facoltà valdese di Teologia Daniele Garrone). L’Assise rappresenta infatti il momento di più ampia rappresentanza delle chiese protestanti che fanno parte della Federazione: oltre a quelle battiste, metodiste e valdesi, la Chiesa evangelica luterana in Italia, l’Esercito della Salvezza, le Chiese libere, la Chiesa apostolica italiana, la St. Andrews Church of Scotland di Roma.

Come è stato ricordato, l’Assise (che ha sostituito la precedente Assemblea, ora diventata un organo più ristretto, passando da 120 a 25 membri, e “operativo”) è innanzitutto un momento di scambio e confronto fra le diverse voci che compongono la Federazione, di elaborazione di un pensiero orientato verso l’esterno.

Circa 100, causa diverse assenze, fra delegati, eletti dalle rispettive chiese, e membri con voce consultiva (revisori, responsabili dei vari servizi e commissioni, rappresentanti della Fdei e della Fgei, che hanno portato un messaggio di saluto) si sono quindi ritrovati, prima nel tempio metodista di via XX settembre a Roma (con il culto, di cui abbiamo pubblicato il sermone lo scorso numero, e una tavola rotonda pubblica di cui riferiamo nel dossier) e poi al centro “Il Carmelo” di Ciampino, dal 29 ottobre al 1° novembre.

Come si diceva, l’incertezza sui compiti dell’Assise, e l’ansia di essere operativi (produrre mozioni) ha un po’ penalizzato la serenità della discussione plenaria provocando un po’ di frustrazione. Invece merita notare, come ha fatto Libero Ciuffreda, membro del Consiglio Fcei, che la bellezza di questo incontro è stata proprio discutere, nei gruppi, apertamente e serenamente, ascoltare opinioni e punti di vista diversi, la “voce delle chiese”: questo incontro è nato, è stato ricordato, per essere “gli stati generali del protestantesimo”. Quindi anche meno mozioni, ma di sicuro una bella intensità di emozioni, acuita dai due anni appena trascorsi, fatti di lontananza e carenti di momenti comunitari.

I lavori si sono aperti con la relazione del pastore Luca M. Negro, presidente della Fcei dal 2015 al 2021, sul triennio 2018-2021, mentre l’attuale presidente, Daniele Garrone, ha aggiornato sull’ultimo anno. Entrambi hanno sottolineato in momenti diversi l’importanza di porsi domande, dell’atteggiamento critico come base per il proprio impegno e azione: non un invito alla chiusura su se stessi, al contrario.

Non a caso, parole ricorrenti sono state diritti, giustizia, bene comune, uscire dall’individualismo, oltre che comunicazione, collaborazione (sinergia) e formazione, tre parole d’ordine trasversali a tutti i settori. Come è stato ricordato, una buona comunicazione non è prerogativa dell’omonimo servizio, ma tocca i vari ambiti e il rapporto con l’esterno.

Anche i tre temi affrontati nella tavola rotonda (libertà e democrazia, lavoro e ambiente, globalizzazione e pace), che in realtà sono sei, tutti intrecciati fra loro, sono stati ripresi anche nei lavori in gruppo di domenica. La tavola rotonda aveva offerto il giusto inquadramento per la discussione, infatti gli interventi dei relatori sono stati più volte richiamati. In particolare, si è parlato più volte di “globalizzazione”, termine che dalla fine degli anni Novanta (ricordiamo le battaglie no global”) ha cambiato significato: dal dibattito è emersa proprio l’idea di rinnovarne il senso, pensare a una “globalizzazione dei diritti”, tanto per cominciare.

Altro tema di attualità che è sempre stato in sottofondo, quando non al centro delle discussioni, è quello della guerra in Ucraina, e più in generale il dibattito su pace e disarmo che, anche sulle pagine del nostro giornale, sta suscitando grande attenzione. 

Per questo possiamo dire molto azzeccata la scelta, come filo conduttore, del tema della notte e dell’oscurità che, a partire dal testo di riferimento dell’Assise ««Sentinella, a che punto è la notte…?»), ha accompagnato tutti i momenti di dibattito, di culto e preghiera che hanno aperto e chiuso l’Assise e le sue varie giornate, incluso il documento conclusivo con cui le chiese della Fcei hanno rilanciato il loro impegno nel mondo.

Nell’Assise sono state ringraziate in particolare due persone: Elisa Baglieri (Protestantesimo e Culto Radio) salutata calorosamente dallassemblea in occasione del suo pensionamento, che sarà sostituita da Dafne Marzoli, già dipendente della Federazione nel Sie (Servizio istruzione e educazione), a sua volta sostituita da Irene Grassi.

È stato salutato con riconoscenza anche Gianfranco Carpente, per sei anni segretario del Servizio Comunicazione, che ha guidato con competenza e costanza, e che al momento non è ancora stato sostituito.

Un altro avvicendamento nell’ultimo anno, vede il passaggio nel coordinamento della Commissione Glam da Antonella Visintin, che ha ricoperto questo incarico con dedizione e competenza per 18 anni, a Maria Elena Lacquaniti.

A questo link si può sfogliare il numero di questa settimana di Riforma – L’Eco dele valli valdesi dove troverete tutti gli approfondimenti sull’Assise della Fcei.