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Sinodo d’autunno della Chiesa riformata svizzera nel segno dell’incontro

Nel suo primo giorno, ieri 7 novembre, il Sinodo d’autunno della Chiesa evangelica riformata svizzera a Berna ha insediato i nuovi membri e ha accolto gli ospiti internazionali: Najla Kassab, presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate, Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese e Rebecca Mutumosi Mfutila, vincitrice del premio internazionale Sylvia Michel di quest’anno.

La presidente del Sinodo Evelyn Borer ha aperto l’incontro esortando i presenti a essere e rimanere vigili. Nelle sue parole ha sottolineato quanto sia importante non abituarsi a tutto, soprattutto a non considerare la guerra come un male necessario. «Siamo la storia vivente, non dobbiamo distogliere lo sguardo quando i rifugiati hanno bisogno del nostro aiuto», ha commentato. Gilles Cavin della Chiesa evangelica riformata del Vallese e Florian Schubert della Chiesa evangelica riformata del Cantone di Neuchâtel completeranno la presidenza del Sinodo come vicepresidenti.

«Perché dovremmo spiegare al mondo perché la Chiesa è necessaria? Piuttosto, testimoniamo dove e come essa nutre la nostra fede, dove e come ci ospita nella sua comunità e quanto noi agiamo con essa perché ci sta a cuore». Così la presidente della Chiesa evangelica elvetica Rita Famos si è rivolta al Sinodo. La prognosi per le istituzioni ecclesiastiche non è al momento buona, ha detto. «Abbiamo appreso con preoccupazione le cifre pubblicate di recente dalla Chiesa di Ginevra legate al calo di contribuzioni e in generale di entrate, che rendono necessarie strategie differente da quelle utilizzate fino a oggi». Rita Famos è però convinta che non serva a nulla incolpare noi stessi per la nostra irrilevanza e invocare l’insignificanza della Chiesa. «Viviamo ciò che Cristo ci ha chiesto. Con l’aiuto di Dio, riusciremo a trasformare la rinuncia in libertà, la scarsità in comunità, la paura in preghiera e infine l’inverno in calore interiore. E nessuno ci chiederà: perché la Chiesa?».

Il Sinodo ha quindi dato il benvenuto a Najla Kassab, presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate. La signora Kassab ha presentato l’incontro delle chiese protestanti a Berna come una professione di fede nei valori riformati fondamentali che hanno ispirato e plasmato sia la chiesa che la società in Svizzera. «Oggi riaffermiamo il nostro impegno a vivere la nostra missione di costante riforma e a rispondere ai bisogni delle persone in modo da preservare la loro dignità. Ci incontriamo per mettere al centro le persone, non le istituzioni, e abbiamo il coraggio di difendere tutto ciò che la Parola di Dio ci invita a fare, affinché tutti gli esseri umani possano sperimentare la vita e la dignità».

Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese valdese, nel suo discorso di saluto ha ricordato che nei momenti più drammatici nei loro 850 anni di storia i valdesi hanno potuto sopravvivere a persecuzioni e discriminazioni e resistere nella fede grazie al rifugio ricevuto proprio in Svizzera e all’alimento di una larga rete di circolazione di idee, di riflessione teologica e di educazione che ne ha impedito la chiusura difensiva e settari.

Questo passato – ha proseguito – parla al nostro presente e rende le nostre chiese particolarmente sensibili all’imperativo biblico della filoxenia, dell’accoglienza dello straniero ed in generale al tema della risposta giusta da dare alla realtà delle migrazioni globali, che consideriamo in questo tempo come uno dei temi più cruciali per una coerente testimonianza cristiana e per il futuro stesso del mondo.

Per la prima volta, il premio internazionale Sylvia Michel è stato assegnato durante un sinodo della Chiesa evangelica riformata. Nel 2022, il premio, del valore di 5.000 dollari, è stato assegnato alla teologa Rebecca Mutumosi Mfutila della Repubblica Democratica del Congo.

Rebecca Mutumosi Mfutila è la prima donna consacrata come pastora della Communauté évangélique du Kwango (Cek). La teologa, nata nel 1968, sta abbattendo le barriere nelle chiese riformate della Repubblica Democratica del Congo con determinazione, ma anche con finezza e diplomazia. È un modello per molte donne.

Oltre all’attività di pastora, Rebecca Mutumosi Mfutila è stata segretaria generale della Federazione femminile della Cek di Kinshasa dal 2002 al 2010; dal 2010 ne è presidente. Dal 2010 al 2015 è stata presidente della Federazione delle donne dell’Unione nazionale della Chiesa di Cristo in Congo (Ecc). 

Dal 2009, il premio Sylvia Michel incoraggia e sostiene persone e progetti che preparano le donne a ricoprire posizioni di leadership nelle chiese riformate di tutto il mondo. Sylvia Michel nel 1980, giovane pastora dell’Argovia, ha preso le redini del consiglio sinodale del suo cantone, diventando la prima donna del continente europeo a presiedere l’esecutivo di una chiesa.

Per Najla Kassab, la prima donna ad essere stata eletta presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate nel 2017, l’assegnazione del premio a Rebecca Mutumosi Mfutila è un atto di solidarietà con le donne del Congo e anche un’ulteriore opportunità per incoraggiare le giovani donne a mettere le loro capacità al servizio della Chiesa. Kassab ha testimoniato: «Oggi, donne del Congo, della Svizzera e del Libano, siamo unite nella fede in Dio. Davanti a Lui, ci impegniamo insieme per un futuro migliore».

Nella foto da sinistra a destra: Alessandra Trotta, Rita Famos e Najla Kassab