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Vedere la vittoria di Gesù con gli occhi della fede

Perché dare la luce all’infelice e la vita a chi ha l’anima nell’amarezza? Essi aspettano la morte che non viene, la ricercano più che i tesori nascosti
Giobbe 3, 20-21

Al presente però non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte
Ebrei 2, 8

L’Epistola agli Ebrei è un testo difficile e originale, influenzato dal pensiero teologico dell’apostolo Paolo. Costituisce un esempio di predicazione cristiana, un vero sermone.

Il versetto che il Lezionario Un giorno una parola ci ha proposto oggi è parte di una breve pericope in cui l’Autore legge in forma midrashica il Salmo 8 e ispira all’Autore il tema teologico di tutta l’epistola: la distinzione fra quello che i nostri occhi possono vedere e quello che è possibile vedere solo per fede, cioè che il Figlio è l’erede di tutte le cose e che Dio ha posto tutta la creazione sotto il suo controllo. 

Ma guardando il mondo che ci circonda, come possiamo affermare e credere che ogni cosa è sottoposta al Figlio di Dio? Dalla crisi pandemica a quella bellica, dalla violenza sulle donne a quella sui bambini, dalla fame ai disastri ambientali, il mondo sembra proprio essere fuori controllo. 

L’Autore con abilità e finezza retorica ammette che ancora non vediamo la vittoria del Figlio di Dio, eppure quello che intravediamo è quel Gesù “coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti” (v. 9).

Quindi, dopo aver posto Gesù al centro del discorso, l’Autore ci dice quello che di Gesù si può conoscere con gli occhi e quello invece che si può conoscere solo per fede: un Gesù visibile nella narrazione di coloro che lo hanno visto arrestato, processato e crocifisso, e un Gesù “coronato di gloria e di onore”, riconoscibile mediante la fede che nasce dall’ascolto di una bella notizia: “Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite” (Atti 2, 32-33).