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Lula Da Silva è il nuovo presidente del Brasile

Il presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva ha dedicato la sua vittoria sul filo di lana nelle elezioni presidenziali brasiliane a Dio e nel suo primo discorso ha parlato del messaggio inviato da papa Francesco al Brasile. «Il papa ha inviato un messaggio al Brasile pregando affinché il popolo sia libero dall’odio, dall’intolleranza e dalla violenza. Voglio dire che vogliamo lo stesso, perché la verità vinca la menzogna e la speranza sia più grande della paura», ha affermato.

Non appare casuale la dedica, in una nazione in cui la componente religiosa ha un peso forte, fortissimo, anche nell’agone politico. Non appare casuale nemmeno la citazione di Francesco, perché quella cattolica è ancora la religione maggioritaria e circa il 60% dei cattolici avrebbe votato Lula. Stessa percentuale, forse un po’ di più, sarebbe invece rivolta al presidente uscente Bolsonaro dalle chiese evangeliche e pentecostali. 

Nelle ultime settimane Bolsonaro ha tentato una rimonta in ambito cattolico, partecipando a vari momenti pubblici e pellegrinaggi, tanto da attirarsi l’ira dei vescovi brasiliani che in un comunicato hanno stigmatizzato «l’intensificarsi dello sfruttamento della fede e della religione come mezzo per raccogliere voti nel secondo turno» aggiungendo che «i momenti specificamente religiosi non possono essere utilizzati dai candidati per presentare le loro proposte elettorali e altre questioni relative alle elezioni».

Non pochi analisti hanno parlato di una vera e propria «guerra di religione”, combattuta a suon di foto con pastori e sacerdoti, lettere ai fedeli e via dicendo.

Dal primo gennaio dunque Lula avvierà il suo terzo mandato presidenziale, dopo le due vittorie del 2002 e 2006. Troverà un Paese spaccato, come dimostra l’esito del voto.

 

Foto di Alexander Bonilla