70db8dc6-eda5-46da-b509-b41fb8607f9a_figure4

Ritorna in Grecia un manoscritto di mille anni fa

La scorsa settimana i responsabili del Museo della Bibbia di Washington, DC, si sono recati in Grecia per restituire formalmente un manoscritto del X secolo saccheggiato dalle truppe bulgare nel 1917.

Il manoscritto, noto come “Evangelistary Manuscript 220” – che comprende miniature e raffigurazioni degli Evangelisti, scritto su due colonne con ventisette righe per colonna –, è uno dei più antichi vangeli scritti a mano presenti al mondo ed era tra le centinaia di oggetti inestimabili saccheggiati dal monastero Theotokos Eikosiphoinissa in Grecia durante la I Guerra Mondiale.

Il 29 settembre si è tenuta una cerimonia formale di ritorno del reperto presso lo storico monastero vicino alla città di Drama, sul monte Pangeo nel nord della Grecia, officiata dall’arcivescovo Elpidophoros d’America. Tra i presenti all’evento Agathangelos Siskos, archivista del Patriarcato ecumenico; e il fondatore del Museo della Bibbia Steve Green, presidente della catena di negozi di artigianato Hobby Lobby presente con 969 negozi in 47 stati.

Il manoscritto è stato acquistato dalla Green Collection di Oklahoma City e donato al museo nel 2014.

Dopo la cerimonia, Green è stato insignito della “Grand Cross” – la più alta onorificenza di Metropolis of Drama – dal metropolita Panteleimon di Xanthi.

Green è stato accompagnato nel viaggio dal Chief Curatorial Officer del museo Jeffrey Kloha, dal curatore associato dei manoscritti medievali Brian Hyland e dal membro del Consiglio del Museo della Bibbia, Elizabeth Prodromou.

«Siamo onorati di collaborare con il Patriarca ecumenico in una mostra permanente di manoscritti biblici e oggetti religiosi legati alla Bibbia», ha affermato Green in una dichiarazione rilasciata a The Christian Post.

Il patriarca ecumenico Bartolomeo I, leader mondiale della Chiesa ortodossa orientale, ha ringraziato il Museo della Bibbia per aver restituito il manoscritto, affermando in una nota: «È una vera benedizione per la confraternita monastica e per il mondo cristiano vedere i manufatti religiosi che sono stati sottratti dal Monastero tornare ufficialmente alla loro casa naturale e utilizzati in seguito da studiosi di arte e storia, e per l’edificazione spirituale dei fedeli».

Il manoscritto era stato usato per centinaia di anni nei servizi religiosi prima di essere rubato.

Jeffrey Kloha ha detto che il manoscritto è importante come parte della storia del Nuovo Testamento in greco, «ma racconta anche di almeno due comunità che lo usarono per la preghiera e la devozione secolo dopo secolo, e del giorno della violenza e del sacrilegio avvenuto più di un secolo fa». 

«Ora, questo manoscritto può raccontare una nuova storia», ha aggiunto il curatore, «una storia di riunione e di speranza che le pagine di questo manoscritto continueranno a dare luce, anche se molti hanno cercato di estinguere quella luce».

Nel 2020, il Museo aveva informato il patriarca Bartolomeo della prevista restituzione del manoscritto, entrato nella collezione del museo nel 2014.

Il patriarca ha permesso al Museo di esporre il manoscritto nell’ottobre 2021, in tempo per la visita apostolica del patriarca dell’anno scorso. In quell’occasione il patriarca aveva anche prestato altri tre manoscritti «nell’ambito della collaborazione a una mostra permanente al Museo come gesto di gratitudine per la restituzione del manoscritto evangelico».

Il Museo «spera che anche altre collezioni negli Stati Uniti, che possiedono manoscritti del monastero, li restituiscano volontariamente alla loro legittima dimora».

Nel gennaio 2021, il Museo della Bibbia ha trasferito il controllo di 5.000 manoscritti e frammenti di papiro contestati al governo degli Stati Uniti, che ha poi rimpatriato i manufatti in Egitto, dove si pensava fossero stati spediti illegalmente durante la Primavera Araba. I reperti includevano frammenti di manoscritti, maschere funebri, parti di bare e teste di statue.

Credit: Museum of the Bible