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I tempi di Dio non sono i nostri

Mille anni sono ai tuoi occhi come il giorno di ieri ch’è passato, come un turno di guardia di notte
Salmo 90, 4

La sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono
Luca 1, 50

A te, caro fratello e cara sorella che stai impiegando il tuo prezioso tempo a leggere queste poche righe, mi permetto, proprio a partire da questo versetto del salmo, di rivolgerti una domanda: Quanto dura un minuto? Oppure un giorno, o un anno? Poco o tanto?

A parte la convenzione della divisione del giorno in ventiquattr’ore e la relativa divisione di ciascuna di queste in sessanta minuti ognuno dei quali, a sua volta, diviso in sessanta secondi e via dicendo, credo che ognuno e ognuna di noi abbia una propria concezione del tempo basata sulla propria esperienza e su quanto sta vivendo.

Se siamo in un momento di fatica o di sofferenza i minuti ci sembreranno interminabili; viceversa, se stiamo vivendo un periodo di gioia persino i giorni ci sembreranno corti come minuti.

Come sappiamo, su questo argomento, fisici e filosofi ci hanno costruito ben più di una carriera. Anche se il nostro salmista di teoria della relatività non ne sapeva assolutamente niente, ha intuito che la percezione delle cose dipende quasi completamente dal punto di osservazione.

Il salmista si è reso conto che i tempi di Dio non sono i nostri. E questa grande intuizione ci permette di riflettere su almeno due questioni centrali.

La prima è che nessuno di noi è il centro del mondo; nessuno cioè deve credersi tanto importante da pretendere che Dio esaudisca la propria preghiera prima di quella di un altro fratello o di un’altra sorella.

Il secondo insegnamento che possiamo trarre è che, se il tempo per Dio ha una lunghezza diversa da quella che percepiamo noi, possiamo sempre sperare che qualcosa possa ancora cambiare, che le promesse di Dio possano ancora compiersi anche se ci sembrano distanti.

Questo versetto, dunque, è un invito all’umiltà e alla speranza, caratteristiche che poco descrivono questo tempo aggressivo ma, sulle quali non dobbiamo mai smettere di interrogarci. Amen!