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“Giochiamo la nostra partita”

12.000 firme in 4 mesi circa: sono i  numeri di “Giochiamo la nostra partita” campagna condotta da 40 associazioni e 21 sindaci e coordinata da Libera Piemonte. Si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, in sostituzione di quella votata a maggioranza dal consiglio regionale nel luglio dell’anno scorso. Legge che di fatto depotenzia in modo significativo le limitazioni imposte con la legge votata nel 2016, tornando così ad aumentare l’offerta di gioco dopo che la precedente stava portando il Piemonte ai primi posti in Italia per la decrescita del fenomeno del gioco d’azzardo patologico. «Si tratta di un risultato importante – spiega la referente di Libera Piemonte Maria Josè Fava – Un insieme di cittadini, associazioni del terzo settore e amministrazioni comunali hanno utilizzato uno strumento della nostra democrazia per cercare di cambiare una norma approvata dalla Regione Piemonte che sta portando importanti problemi sociali e rischia di portarne ancora di più nell’immediato futuro. Il nostro obiettivo non è proibire completamente il gioco, ma riteniamo necessario mettere quei paletti, assenti nella legge nazionale, che permettano di proteggere le fasce più deboli».  

Alle 12.000 firme si sono aggiunte le delibere presentate da 21 sindaci piemontesi che appoggiano il medesimo testo di legge della campagna che si propone come migliorativo rispetto alla norma del 2016. «E’ utile sottolineare come i sindaci che hanno aderito all’iniziativa siano tra loro di diversa estrazione politica – aggiunge Fava – La legge approvata dall’attuale maggioranza, tra l’altro, toglie ai sindaci qualsiasi potere di gestione sull’argomento rendendo di fatto impossibile uno dei suoi ruoli fondamentali che è quello, appunto, di proteggere le fasce più vulnerabili».

Le firme sono state depositate in Consiglio Regionale la settimana scorsa e ora la Regione Piemonte ha l’obbligo di discutere e votare la proposta. «Secondo i regolamenti serviranno 2 mesi per la verifica degli aspetti burocratici, poi la proposta di legge dovrà essere esaminata prima presso la commissione competente e successivamente in Consiglio. Ci rendiamo conto che si tratta della stessa maggioranza che ha votato la nuova legge, tuttavia speriamo che questa imponente mobilitazione possa portare a un’ulteriore riflessione sull’argomento. In ogni caso, anche se non approvato, il disegno di legge rimarrà agli atti e potrebbe tornare utile anche in una prossima consiliatura».