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La voce di salvezza di Dio risuona per tutti e tutte

Al Signore, che è il nostro Dio, appartengono la misericordia e il perdono
Daniele 9, 9

Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo
Luca 15, 1

Pubblicani e peccatori: termini antichi, che ci rimandano alla memoria di catechismi frequentati magari distrattamente in un passato indefinito. Nomi senza volto, uditi in contesti nebulosi. E invece interlocutori privilegiati di Gesù. Chi erano dunque? Per usare un termine moderno e malfamato, possiamo dire che i pubblicani erano avidi collaborazionisti, che raccoglievano le tasse per gli invasori romani, spesso probabilmente tenendone una parte per sé quali appaltatori dell’erario. Apparentemente è più facile inquadrare i peccatori – anche se la parola è desueta in qualche maniera, ma “parla” ancora. Gente che infrangeva la legge morale del tempo, persone che non seguivano le prescrizioni rituali e – in una società in cui legge civile e legge religiosa si confondevano – erano messe ai margini. Non necessariamente per cattiva volontà, talvolta per necessità. Sicuramente rientravano in questa categoria i pastori che accorsero a Betlemme all’annuncio della nascita di Gesù: infatti i pastori non potevano seguire le regole di purità, erano costretti ad avere a che fare con le carogne di animali e con il loro sangue, entrambi elementi che li mettevano fuori dal novero di coloro che erano considerati accettabili. Forse entrambi i gruppi si avvicinavano a Gesù nella speranza di non esserne scacciati, di ottenere un riconoscimento, per un qualche secondo fine. Ma quel che più interessa è che Gesù si rivolge a loro, anche a loro. Per Dio non ci sono persone privilegiate, ma neppure maledette: la sua voce di salvezza risuona per tutti, per tutte. E non è detto che ad ascoltarla siano solo quelli che si considerano buoni e bravi.