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All’ Assemblea-Sinodo battista, metodista e valdese in bicicletta

In bicicletta da Torino a Torre Pellice – circa 60 chilometri – per partecipare all’Assemblea-Sinodo. Maria Elena Lacquaniti, battista, coordinatrice dalla Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), racconta di aver fatto «questa scelta perché negli ultimi quattro andiamo sempre in vacanza in bici, e anche al termine dell’Assemblea-Sinodo partiremo per Genova e da lì per la Sardegna in bicicletta. Abbiamo sposato l’idea di questo turismo lento sia per dare il nostro contributo all’ambiente sia perchè rappresenta una dimensione diversa del turismo. La bici permette di penetrare il paesaggio che si incontra in tutte le sue caratteristiche, di conoscere in modo più profondo i territori, di fare delle tappe dove si vuole, di scoprire anche i prodotti e la gastronomia locali».

Per Lacquaniti e il suo compagno è la prima volta sulla due ruote al Sinodo e in generale nelle Valli Valdesi. Entrambi sono delegati dell’assemblea protestante e appartengono alla chiesa battista di Civitavecchia.

«Oltre al cicloturismo, ci piace camminare: lo abbiamo fatto in questi anni anche come forma di educazione per i nostri nipoti, per fargli scoprire o riscoprire la natura, oltre che un bisogno e una capacità di socializzare che sembrava dimenticata», continua la coordinatrice della GLAM.

E la scelta personale riflette un preciso impegno per la sostenbilità: «Abbiamo la necessità di rivedere i parametri del turismo di massa e della mobilità. Arrivando da Civitavecchia, ad esempio, conosciamo bene l’impatto del turismo crocieristico sul tasso di inquinamento. Occorre riflettere e invertire questo modello basato su un turismo inutile, mordi e fuggi, che comporta danni elevatissimi per l’ambiente».

E l’Assemblea-Sinodo in corso in questi giorni a Torre Pellice cosa potrebbe fare? «Sperimentare una forma di accoglienza ancora più ecosostenibile: tutti i delegati in bicicletta!», chiosa ironicamente l’esponente della GLAM. Quanto al messaggio da rivolgere alle comunità protestanti, «potrebbe interrogare le chiese sul turismo, oltre che sulla mobilità. Dobbiamo rivolgere uno sguardo maggiore alle attività sostenibili, per avere una visione dei luoghi e delle relazioni da poter divulgare alle chiese, contribuendo alla tutela e alla promozione dei territori».


La GLAM e le eco-comunità

La Commissione GLAM è al servizio di comunità e singoli/e che intendano affrontare i temi ambientali ed ecologici in una prospettiva di fede. Fra le sue attività, c’è quella di costruire reti, sia dentro sia fuori dalle chiese, a livello nazionale e internazionale. Uno dei focus della GLAM è il lavoro per le eco comunità. Esistono “eco comunità avviate”, “in cammino” e “diplomate”, sulla base dell’adesione a una certa soglia di 40 criteri ambientali che riguardano: il culto e altri momenti liturgici. Lavori di manutenzione mirati al risparmio energetico. Eliminazione della plastica. Educazione e attuazione di comportamenti virtuosi nell’amministrazione, negli acquisti, negli usi dell’energia, della mobilità e nella gestione dei rifiuti. Fino alla verifica dell’eticità delle banche sulle quali insistono i conti correnti delle chiese. Le eco comunità in Italia che hanno richiesto il diploma della GLAM sono alcune decine, su un bacino di oltre cento simpatizzanti.

Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti della GLAM, sono aperte le iscrizioni per il 6° incontro delle eco comunità. Organizzato dalla Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), si terrà a Napoli dal 4 al 6 novembre.