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Le donne possono cambiare il mondo

Si è svolto ad Assisi, in Umbria, l’incontro “Operazione speciale: pace”, promosso dal Comune di Assisi, Rai Umbria e Rai per la Sostenibilità ESG.

Un incontro dedicato al tema della risoluzione pacifica dei conflitti attraverso la diplomazia, la cooperazione, il dialogo interreligioso e interculturale, favorendo la partecipazione delle donne ai tavoli decisionali e promuovendo l’equilibrio di genere nel dibattito pubblico, anche nei teatri di guerra.

È intervenuta la pastora Gabriela Lio, presidente Fdei, Federazione Donne Evangeliche in Italia, portando la riflessione su alcuni importanti questioni. La partecipazione delle donne ai tavoli strategici militari può cambiare la storia? Qual è stato il ruolo dei movimenti femministi religiosi nei processi di pace?

«L’uguaglianza o la parità di genere costituiscono la via per raggiungere la pace sostenibile e prevenire i conflitti, necessari per una società sicura e accogliente per tutte e tutti – spiega Gabriela Lio – Le testimonianze raccolte in tempi di guerra e di conflitto ci raccontano che le donne soffrono situazioni di pericolo sproporzionato, sovente in silenzio. Se guardiamo alla storia passata, ci rendiamo conto che le donne hanno partecipato attivamente nei movimenti di resistenza alla violenza e alla ricerca della pace sostenibile. Purtroppo sono storie quasi sconosciute, di cui si parla poco, ma dimostrano che il coinvolgimento delle donne può cambiare la storia. Molte donne hanno fatto valere la loro voce: dalla Palestina ad Israele, da Belgrado alle donne di Plaza de Majo, dalla resistenza delle donne colombiane alle vedove del Guatemala, dalle donne indigene dei movimenti senza terra alle donne afghane. Ci sono state molte situazioni in cui non solo la resistenza, ma anche l’impegno delle donne, hanno fatto la differenza».

Qual è l’esperienza della Fdei in questo ambito?

«Abbiamo lavorato molto sul tema della violenza di genere e relativa sensibilizzazione nelle chiese. Nella violenza di genere respiriamo ogni giorno una guerra non dichiarata, soprattutto a livello domestico. Negli anni abbiamo creato un lavoro di rete, per una cultura che parli più di affettività che di violenza nei rapporti. Abbiamo lavorato anche molto sul concetto del patriarcato e ora urge la necessità di un lavoro sul tema della pace, una rieducazione alla pace».

Qui l’intervista completa con la pastora Gabriela Lio.

 

Foto di Antonella Beccaria