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Sri Lanka, l’appello del Consiglio nazionale cristiano di fronte alla crisi politica

Il Consiglio nazionale cristiano dello Sri Lanka (Nccsl) «è fortemente turbato dagli eventi in corso nel nostro Paese, che oltre alla bancarotta economica, stanno portando la nazione verso una profonda catastrofe politica. Prendendo seriamente atto di questo sviluppo disastroso, noi capi delle Chiese del Nccsl desideriamo dichiarare esplicitamente alcuni punti».

 Questo è l’inizio dell’appello dei leader di chiese cristiane in Sri Lanka, guidato dal pastore metodista Joseph Ebenezer, presidente del Consiglio nazionale cristiano preparato a seguito dei disordini, legati soprattutto alla grave crisi economica generale, che hanno portato alle dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa e alla sua precipitosa fuga alle Maldive. Ecco il seguito dell’appello:

«1. Invitiamo la popolazione, e in particolare i giovani del nostro Paese, che si sono coraggiosamente sacrificati denunciando il sistema di governo corrotto prevalente e chiedendo riforme correttive, a continuare la loro agitazione pacifica e non politica per il tanto atteso stato di diritto e di governo, rispettando le leggi vigenti del Paese e a desistere da qualsiasi atto di danneggiamento di proprietà pubbliche o private, comprese quelle di valore patrimoniale.

2. È altrettanto importante che coloro che sono al governo o che cercano di mantenere i posti di potere non abusino in alcun modo della loro autorità e non intraprendano alcuna azione per provocare deliberatamente la pazienza del pubblico e creare un’atmosfera di violenza, che potrebbe essere usata come strumento e pretesto per consolidare le loro aspirazioni al potere.

3. Come rappresentanti del popolo, chiediamo ai parlamentari di rispettare e ascoltare la “voce del pubblico” e di porre gli interessi del Paese come priorità assoluta nell’adempimento dei loro doveri e delle loro responsabilità e di impegnarsi urgentemente, senza ulteriori ritardi, per la formazione di un “governo unito o di tutti i partiti” per affrontare collettivamente e sollevare la nazione dal suo stato di bancarotta.

4. Chiediamo inoltre alle Forze Armate e alla Polizia di agire con cautela nell’affrontare le frustrazioni del popolo nei loro sinceri sforzi verso un governo responsabile e responsabile e di usare il minimo della forza nel gestire le proteste e le agitazioni in corso. Di conseguenza, chiediamo anche ai manifestanti di essere consapevoli delle impegnative responsabilità delle Forze Armate e della Polizia rispettivamente.

È nostra fervida speranza e preghiera che lo Sri Lanka, come nazione, affronti collettivamente e superi le sfide di questa crisi senza precedenti di uno “Stato caduto”, e che a tal fine sia assicurata la nostra solidarietà, il nostro sostegno e la nostra cooperazione».