istock-544685718

Usa. Sempre meno evangelici credono al letteralismo biblico

Una nuova ricerca pubblicata dall’istituto Gallup (colosso dei sondaggi) mostra che meno della metà degli evangelici e dei cristiani “nati-di nuovo” crede che la Bibbia debba essere presa alla lettera. Il letteralismo biblico, a lungo ritenuto il miglior metodo per interpretare la Scrittura tra gli evangelici, sostiene che «tranne nei punti in cui il testo biblico è ovviamente allegorico, poetico o figurativo, dovrebbe essere preso alla lettera» come Parola di Dio.

Il sondaggio, condotto attraverso interviste telefoniche fatte ad un campione casuale di 1.007 adulti dal 2 al 22 maggio scorso, ha rilevato che solo il 40% degli intervistati che si identificano come evangelici o “nati-di nuovo” considera la Bibbia come la «vera parola di Dio», mentre per il 51% la Bibbia è «parola ispirata da Dio», il che significa che gli uomini furono ispirati da Dio a scrivere la raccolta di libri che noi chiamiamo Bibbia.

In generale, tra tutti gli adulti statunitensi, solo il 20% afferma che la Bibbia è la parola letterale di Dio, che secondo Gallup rappresenta un minimo storico. Nel 2017, anno in cui la società di ricerca ha svolto l’ultima analisi riguardante le opinioni degli americani sulla Bibbia, il 24% degli intervistati la accettava come parola letterale di Dio, rispetto al 29% degli americani secondo cui la Bibbia è una raccolta di «favole, leggende, storia e precetti morali registrati dall’uomo».

«Questo segnala che per la prima volta un numero significativamente maggiore di americani vede la Bibbia non come parola letterale di Dio», ha dichiarato Gallup.

Secondo i dati del Pew Research Center, istituto statunitense con sede a Washington, nel 2015 poco meno del 60% delle chiese evangeliche ha sposato un’interpretazione letterale della Scrittura; nel 2019, un altro studio dello stesso istituto evidenziava che circa il 61% dei Battisti del sud, che tendono a esprimere livelli di impegno religioso più elevati rispetto agli americani in generale, accettavano la Bibbia come parola letterale di Dio, una percentuale che superava di gran lunga quella degli altri protestanti evangelici, che si assestava al 53%.

I recenti dati del sondaggio dell’istituto Gall arrivano meno di un anno dopo uno studio condotto dall’Arizona Christian University secondo cui su circa 176 milioni di adulti americani che si identificano come cristiani, solo il 6% (15 milioni di loro) ha effettivamente una visione biblica del mondo.

Lo studio ha rilevato, in generale, che mentre la maggioranza dei cristiani d’America, inclusi molti che si identificano come evangelici, credono che Dio sia onnipotente, onnisciente e Creatore dell’universo, più della metà rifiuta un numero degli insegnamenti e dei principi biblici, inclusa l’esistenza dello Spirito Santo.

Sempre più persone credono che tutte le fedi religiose abbiano lo stesso valore, che le persone siano fondamentalmente buone e che le persone possano compiere atti di bontà per guadagnarsi la strada verso il cielo.