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Siria, i tentativi di rinascita passano anche dal turismo

Spera di attirare nuovi pellegrini e turisti. Immerso nel cuore delle montagne, il monastero di Mar Moussa, uno dei più antichi della Siria, ha riaperto all’inizio di giugno dopo anni di isolamento a causa della guerra. Il monastero di San Mosè l’Abissino (Deir Mar Moussa al-Habachi), a circa 100 km a nord di Damasco, è diventato un centro di dialogo cristiano-musulmano negli anni ’90 su iniziativa dell’italiano padre Paolo Dall’Oglio. «Speriamo che le persone tornino, che preghino e meditino in questo luogo dove forse troveranno uno spazio di calma, silenzio e contemplazione», ha spiegato all’AFP l’abate Jihad Youssef.

Costruito su più livelli, il monastero conserva alcuni degli affreschi più antichi dell’Oriente cristiano. Vi si trova anche una chiesa risalente all’XI secolo e iscrizioni murali con sfumature musulmane e cristiane in arabo, siriaco e greco. Dopo l’inizio della guerra nel 2011, innescata dalla repressione del regime sulle proteste pro-democrazia, il monastero non ha subito danni materiali, ma la scomparsa di padre Paolo nel 2013 in un’area controllata dai jihadisti è stato un duro colpo.  Nel 2010, 30.000 persone avevano visitato il sito. Oggi solo poche persone, tra cui due monaci e una suora, vivono nel monastero, che ha diverse stanze per gli ospiti, una grande biblioteca e una casa per gli uccelli. 

«Viviamo in un luogo semplice e modesto. Non c’è internet né rete telefonica, è bello allontanarsi dalla città» e dal suo rumore, confida padre Jihad. Il monastero perse questa serenità durante la guerra. Nel 2013 sono scoppiati feroci combattimenti tra gruppi di opposizione e forze governative nella città di Nabek, a 16 km dal monastero. In seguito, il gruppo jihadista Stato Islamico ha controllato una zona vicina tra il 2015 e il 2017. «Eravamo molto preoccupati (…) soprattutto dopo l’arrivo dei terroristi in due villaggi vicini e il rapimento degli abitanti cristiani» nel 2015, ricorda padre Jihad. Lo spirito di padre Paolo Dall’Oglio soffia ancora sul sito. È grazie a lui che questo monastero cristiano è diventato un simbolo del dialogo interreligioso, con la sua apertura all’Islam.

Figura chiave di Mar Moussa, Dall’Oglio era stato espulso dalla Siria nel 2012 per aver sostenuto la rivolta contro il regime, ma vi era tornato clandestinamente un anno dopo. È scomparso nell’estate del 2013 a Raqqa, la città del nord della Siria che pochi mesi dopo sarebbe diventata l’autoproclamata “capitale” dello Stato Islamico in quel Paese, dove si era recato per chiedere il rilascio di militanti rapiti. Lo Stato Islamico è stato infine sconfitto nel 2019, ma negli ultimi due anni la pandemia di Covid-19 ha ulteriormente ritardato la riapertura del monastero, che è elencato come sito turistico in molte guide pubblicate prima del 2011.

 

Foto di Effi Schweizer – Opera propria, Pubblico dominio