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La cura del ferro

È uscito da alcune settimane il consueto rapporto Pendolaria, che ogni anno analizza lo stato di salute del trasporto locale-regionale su ferro in Italia, curato da Legambiente. Due gli ambiti su cui si sono concentrate le riflessioni: il primo riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il secondo invece analizza il trasporto su rotaia nel periodo di pandemia. 

Sul Pnrr si ripongono grandi aspettative: entro il 2026 si prospettano interventi rilevanti, attesi da anni e mai realizzati. Il Recovery Plan italiano prevede investimenti senza precedenti per il trasporto ferroviario. La missione 3, Infrastrutture per una mobilità sostenibile, prevede risorse pari a circa 26 miliardi di euro per: nuovi collegamenti ad alta velocità; rafforzamento di collegamenti diagonali; sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario; potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani; potenziamento di alcune linee regionali (solo 936 milioni); potenziamento ed elettrificazione di alcune linee ferroviarie al sud; miglioramento delle stazioni ferroviarie al sud; sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario; sostituzione treni diesel con treni a emissioni zero. 

Sulle malandate reti locali piemontesi (che ricordiamo essere la regione con il maggior numero di chilometri di rotaie) non sono previsti grandi interventi, se si esclude la sperimentazione dei treni a idrogeno sulla Cuneo-Ventimiglia. 

Sul tipo di vettore usato si vede una crescita raddoppiata, negli ultimi 10 anni, di passeggeri sull’alta velocità. Crollano gli Intercity e salgono di 8 punti percentuali i Regionali. 

Sul lungo termine nel rapporto si legge come sia un obiettivo importante la riattivazione delle linee sospese in Piemonte, fra cui la Pinerolo-Torre Pellice, e l’intensificazione delle corse fra Torino e Pinerolo (una ogni 30 minuti). 

La pandemia ha influito pesantemente sui numeri: nel 2021 i passeggeri in circolazione si sono ridotti su tutti i treni: su alta velocità e Intercity (fino a -40%), su quelli regionali (-45%).

Sono state tante le proteste in giro per l’Italia per i disagi dovuti al sovraffollamento dei treni e, con la quarta ondata, per i tagli al servizio dovuti alle quarantene del personale. Nel 2020 sono stati oltre 5.000 i treni soppressi, con punte di 100 corse al giorno (sulle 190 totali tra urbane ed extraurbane). Per il 2021 ancora numerose soppressioni, come lo scorso ottobre, con una media di 50 al giorno e punte di 70 treni soppressi. 

Oggi però siamo forse giunti a un punto di svolta: con il Pnrr passa infatti “l’ultimo treno” per colmare le mancanze di questo sistema di trasporto.

 
Foto di Diego Meggiolaro: il degrado alla stazione di Torre Pellice