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Tratta e migrazioni, parliamone

Un gruppo di neo laureati del Bronnum Lutheran Seminary (Bls) a Yola, nel nord-est della Nigeria, sarà il primo nucleo di studenti preposto seguire il prossimo giugno un corso di orientamento dedicato al tema delle migrazioni irregolari e della tratta di esseri umani, promosso dalla Federazione luterana mondiale (Flm).

Un’esperienza pilota simile era già stata offerta lo scorso ottobre a tutti gli studenti dell’ultimo anno del seminario The Lutheran Church of Christ in Nigeria (Lccn). 

L’iniziativa coinvolge alcune chiese membro della Flm, presenti in Africa, tra cui la Chiesa evangelica etiope Mekane Yesus e la Chiesa evangelica luterana dello Zimbabwe.

Il corso fornisce orientamenti su tre temi: le migrazioni e la Bibbia; la risposta della Chiesa alla tratta di esseri umani e alla violenza di genere; la guarigione dei traumi e il supporto psicosociale.

Il pastore della Lccn Emmanuel Subewope Gabriel fa parte del team di docenti Bls che ha sviluppato il corso: «In primo luogo – ha rilevato – vogliamo fornire alla chiesa pastori, insegnanti, operatori diaconali e leader di comunità che comprendano a fondo il  tema relativo alla migrazione irregolare e alla tratta di esseri umani e i rischio connesso a queste due condizioni», ha affermato. Inoltre, «i laureati dopo il corso saranno in grado di essere essi stessi dei validi formatori grazie anche alla loro precedente formazione biblica».

La tratta di esseri umani, «Va ben oltre il traffico che investe il percorso tra la Nigeria e la Libia per giungere in Europa. I trafficanti si muovono anche nei villaggi convincendo i genitori indigenti a consegnare le figlie con false offerte di lavoro; queste bambine e bambini, spesso finiscono nella tragedia del mercato sessuale, o destinati alla servitù domestica. Il nostro obiettivo – prosegue Subewope Gabriel – è assicurarci che i seminaristi comprendano in profondità il contesto bel quale operano e che possano in futuro spiegare al maglio ai membri della comunità di fede che, gli esseri umani non sono in vendita e che la tratta non colpisce solamente “il corpo di Cristo” ma l’intera società».

Secondo un’indagine del governo nigeriano realizzata nel 2020 sulla consapevolezza dei pericoli della migrazione irregolare negli stati di Delta, Edo, Imo e Lagos, i migranti rimpatriati, indipendentemente dal sesso, hanno riferito di aver affrontato condizioni disumanizzanti di detenzione, abusi sessuali, fame, schiavitù e lavoro forzato. In tutti e quattro gli stati, oltre il 70% dei rimpatriati non aveva né  passaporti né visti. I trafficanti prendono di mira soprattutto i giovani disoccupati, costretti però a pagare quote esorbitanti per viaggi rischiosi che a volte portano alla morte per violenza e annegamento in gommoni attraverso il Mediterraneo.