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Accoglienza: il coinvolgimento del territorio

A un mese abbondante dall’inizio della guerra, un incontro via zoom ha permesso di fare il punto sull’accoglienza dei profughi ucraini nell’ambito del Pinerolese, dal punto di vista soprattutto degli interventi della Diaconia valdese in collaborazione con le chiese valdesi del Primo Distretto: per questo erano presenti, oltre ai rappresentanti della Diaconia stessa, pastori e membri dei Concistori delle chiese del Distretto.

Il primo elemento “forte” che caratterizza questo ventaglio di interventi è il carattere di collaborazione fra soggetti diversi: un intervento che è intanto ecumenico (stretta collaborazione con la Caritas diocesana di Pinerolo), ma anche in sinergia con gli enti e i servizi locali (città di Pinerolo e gli altri Comuni, il Consorzio intercomunale dei Servizi sociali – Ciss) più altri soggetti privati. A questo spirito di collaborazione, che prevede una consultazione continua fra i responsabili delle componenti, si è agganciata una ripartizione delle competenze al fine di razionalizzare le diverse forme di intervento.

È stato così aperto lo Sportello emergenza Ucraina (tel. +39340-5588968; indirizzo e-mail: emergenzaucraina@diaconiavaldese.org) a cui si può far capo per un primo indirizzamento nel caso di arrivi anche in autonomia, fuori da progetti istituzionali. Nato in un primissimo momento come strumento interno – spiega Loretta Malan, che dirige i Servizi inclusione della Diaconia – si è presto trasformato in uno strumento a disposizione del territorio. Quest’ultimo ha proceduto a una prima mappatura delle risorse a disposizione, intendendo con risorse in primo luogo la disponibilità di alloggi (di privati, ma anche delle chiese: diversi Concistori ne hanno individuati e attivati da subito per l’accoglienza), ma altrettanto hanno fatto alcuni Comuni (Torre Pellice, Luserna S. Giovanni, S. Germano Chisone, Pomaretto e altri). Al momento sono censite circa 80 persone nell’ambito del Pinerolese, arrivate per vie diverse, ma dalla settimana prossima andranno a regime gli inserimenti previsti dalla Prefettura, nel cui novero si è richiesto con intervento del sindaco di Pinerolo di collocare anche coloro che sono già arrivati. 

Si percepisce una certa impazienza da parte dei moltissimi che hanno messo a disposizione la propria casa, alloggi, o materiali, che non sono stati ancora coinvolti, ma al momento i bisogni e le richieste di sistemazione sono soddisfatti e si è in attesa di capire come si evolverà la situazione per i milioni di rifugiati che al momento sono in Polonia. 

Le possibili forme di solidarietà sono tante, perché i destinatari di questa accoglienza, che molto si differenzia da quella di altri casi, ha le sue peculiarità: servono dotazioni materiali (per esempio alcuni degli appartamenti sono vuoti, senza suppellettili), ma è necessarie anche l’accompagnamento (per esempio a Torino in Questura: quest’ultima ha individuato due fasce orarie dedicate, il venerdì pomeriggio e sabato mattina, perché cittadini e cittadine dell’Ucraina possano ottenere il Codice fiscale, necessario per usufruire dei servizi sanitari). E poi si sta implementando l’attività di supporto all’inserimento, che prevede contatti con le scuole (molti sono bambini: rispetto ad altre emergenze, in questo caso sono pochi i minori, anche non accompagnati, in età adolescenziale, in genere si tratta di bambini e bambine più piccoli). Il Servizio Giovani e territorio della Diaconia sta predisponendo interventi di doposcuola, e di mediazione linguistica, indispensabili per un loro inserimento nella vita scolastica e sociale specifica per la loro età.

Nel frattempo chi lavora nell’accoglienza sta cominciando a veder delineare la fisionomia delle persone che sono arrivate e arriveranno. Sono donne e bambini, soprattutto, fortemente attaccate al loro paese, intenzionate a farvi ritorno appena possibile, e soprattutto assai motivate: negli zaini di bambini e bambine ci sono i libri di scuola, da leggere e da studiare anche lontani da casa. Si sta lavorando per agevolare il più possibile questa loro aspirazione che, tra l’altro, è d’esempio anche per noi.