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Yemen, ennesime prove di dialogo

Il Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), l’Organizzazione internazionale regionale e area di libero scambio che riunisce sei stati del Golfo Persico tra i maggiori produttori al mondo di petrolio, Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar,  sta cercando di organizzare entro marzo un dialogo a Riyadh, la sua sede, tra il governo yemenita e i ribelli Huthi, nel tentativo di porre fine al terribile conflitto che sconvolge la penisola Yemenita.

Lo Yemen, il paese più povero della penisola arabica, affronta dal 2014 una guerra devastante che oppone gli Huthi al governo riconosciuto a livello internazionale. Secondo l’Onu, la guerra ha provocato la morte di 380.000 persone, direttamente e indirettamente, e ha creato la peggiore crisi umanitaria del mondo.

L’Arabia Saudita guida la coalizione militare che è intervenuta in Yemen dal 2015 per sostenere il governo contro i ribelli sostenuti dall’Iran.

I colloqui potrebbero tenersi tra il 29 marzo e il 7 aprile, ha detto un funzionario del governo yemenita che si è detto pronto a partecipare. Da parte loro, gli Huthi hanno detto di non aver ancora ricevuto un invito, denunciando una «operazione di propaganda» dell’Arabia Saudita che «cerca di presentarsi come un paese neutrale».

In più di sette anni di guerra, diversi cicli di colloqui si sono tenuti tra il governo yemenita e i ribelli Huthi, anche in Kuwait e in Svezia, senza successo. Le agenzie delle Nazioni Unite hanno avvertito lunedì del peggioramento della situazione umanitaria nel paese, mentre una riunione virtuale è prevista per mercoledì per mobilitare gli aiuti internazionali.

Il numero di persone che affrontano l’insicurezza alimentare acuta nello Yemen probabilmente aumenterà da 17,4 milioni a 19 milioni quest’anno, su una popolazione di 29 milioni, secondo le agenzie delle Nazioni Unite. L’anno scorso sono stati raccolti 1,7 miliardi di dollari per gli aiuti di emergenza nello Yemen, rispetto alla stima delle Nazioni Unite di 3,85 miliardi di dollari.

 

Foto di Felton Davis