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Ucraina, la Diaconia valdese in campo

A 14 giorni dall’inizio delle ostilità, i fuoriusciti dall’Ucraina sono oltre 2 milioni, di cui 1 milione di minori con la previsione, molto ottimistica, di almeno un raddoppio di questi numeri. Numeri impressionanti se pensiamo che nel momento di massima pressione migratoria negli anni 2015 e 2016, nel nostro Paese sono giunte circa 150 mila persone nell’arco però di 12 mesi, non in pochi giorni. L’Italia è impegnata per accogliere una quota del 13% del totale. La comunità ucraina in Italia, prima della crisi, ammontava a 234.000 persone, rappresentando una delle più grosse comunità di stranieri in Italia. Quest’ultimo elemento fa prevedere che il numero di profughi in arrivo in Italia potrebbe facilmente superare le seicentomila unità, di cui il 50% minori. 

Di fronte a numeri tanto vasti, senza precedenti, lo sforzo che istituzioni pubbliche e private sono chiamate a compiere è enorme. La Diaconia valdese, il braccio sociale della Chiesa valdese, che da anni è attiva sul fronte dell’accoglienza delle persone migranti, ha reso noto in una conferenza stampa stamane 10 marzo quello che sarà il proprio impegno sul tema. 

Intanto è stata resa nota una notizia dell’ultima ora: «21 bambine e bambini domani sera arriveranno a Firenze, e verranno accolte in strutture della Diaconia– ha raccontato Loretta Malan, direttrice dei Servizi inclusione della Diaconia valdese-. Si tratta di minori che vivevano in un orfanotrofio a Kiev, evacuato a causa dei bombardamenti in corso. La Ong Save The Children è riuscita ad accompagnarli fuori dal Paese insieme a due tutrici, e noi abbiamo dato disponibilità immediata alla loro accoglienza. 6 fra loro hanno meno di 3 anni, sono dunque molto piccoli, e temiamo che richieste simili continueranno ad arrivare nelle prossime settimane».

AGGIORNAMENTO 11 MARZO 2022:

Apprendiamo con piacere che gli Enti Locali si sono fatti carico dell’accoglienza a Firenze di 21 minori profughi dall’Ucraina, prevista inizialmente presso la Diaconia Valdese Fiorentina. La rapidità con la quale le istituzioni si sono mosse di fronte all’emergenza impegnandosi in prima fila per la sicurezza e la tutela dei minori ci conforta a fronte dell’enorme numero di bambini e bambine che arriveranno nel nostro paese. Ringraziamo tutto lo staff educativo dell’Istituto Gould della Diaconia Valdese e della Foresteria Valdese che con grande professionalità e spirito di solidarietà è riuscito in pochissime ore ad approntare l’ospitalità richiesta. La Diaconia Valdese conferma il suo impegno in progetti a supporto dei profughi dall’Ucraina su tutto il territorio nazionale e ribadisce la sua disponibilità, anche a Firenze, a dare il proprio contributo.

Da qui la necessità di ripensare in parte le proprie proposte di accoglienza e integrazione, alla luce delle differenze rispetto ai fenomeni migratori che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, a partire proprio dalla tipologia di arrivi previsti in questa circostanza, con una forte prevalenza di donne e bambini e al contempo di anziani.

Il pastore Francesco Sciotto, presidente della CsdDiaconia valdese ha sottolineato quanto la crisi umanitaria in corso abbia caratteri senza precedenti: «Negli scorsi anni abbiamo potuto ospitare le poche persone che riuscivano ad arrivare in Europa in fuga da guerre e disastri ambientali in Africa o in Medio Oriente; in questo caso invece la crisi è in piena Europa, con numeri importanti e con esigenze diverse rispetto al passato. Ci riferiamo a chi arriverà qui senza contatti preesistenti: si tratterà soprattutto di anziani soli e minori per l’appunto. Si tratta di una grande sfida che l’Europa intera e noi nel nostro piccolo vogliamo fare la nostra parte».

Gianluca Barbanotti, segretario esecutivo della Csd, ha esposto le linee del programma specifico che si aggiunge a quanto la Diaconia valdese ha messo in opera finora per profughi e migranti, un programma che porta con sé nuovi presupposti, nuove prospettive e che richiede nuove strategie.

La già rilevante presenza in Italia di cittadini e cittadine provenienti dall’Ucraina è destinata ad aumentare rapidamente: dopo i primi 14 giorni di guerra il nostro paese è uno di quelli maggiormente coinvolti. Una presenza che ha le sue specificità, innanzitutto nella portata numerica di questi arrivi. Chi approdava alle nostre coste, suscitando allarmi ingiustificati tipo «Invasione», considerava, nella maggior parte dei casi, l’Italia come paese di transito, meta non definitiva. Gli arrivi dall’Ucraina saranno invece più massicci numericamente e saranno arrivi rapidi, perché la distanza è poca e la situazione è quella che vediamo giornalmente, di guerra cruda.

Non avremo di fonte a noi una maggioranza di maschi adulti, ma donne e bambini (in qualche caso anche degli anziani); non più una presenza variegata di culture e lingue, ma un gran numero di persone omogenee, in fuga da una guerra che le ha aggredite. Di ciò loro hanno una consapevolezza che li rende uniti e molto convinti della violenza che li ha coinvolti: strutture e operatori dovranno tener conto di questa sensibilità forte, che sarà rivendicata, anche nella prospettiva eventuale di un “ritorno”. Per questo, mentre si cercherà di avviare gli ospiti alla conoscenza dell’italiano, bisognerà dar loro la possibilità di mantenere un legame forte con la loro cultura e lingua.

Un discorso specifico è per i minori: molti finora erano quelli di provenienza varia, e “non accompagnati” che avevano trovato accoglienza nelle strutture della Diaconia, come in altre situazioni operative in Italia, soprattutto nella fascia tra i 16-18 anni; i minori che arriveranno all’Ucraina saranno bambini piccolissimi come anche preadolescenti e adolescenti, accompagnati da mamme o altri parenti, senza dimenticare quelli che già vivevano in istituti e che si stanno spostando in Europa senza un piano riconoscibile. La modalità di intervento a favore dei minori, che è quella più rilevante, sarà articolata su diversi versanti: alcuni sono accompagnati ma hanno genitori (soprattutto mamme) fortemente impegnati sul lavoro, serve quindi supporto per l’inserimento scolastico e accudimento oltre la scuola. I poli operativi in questo senso saranno Firenze e il Pinerolese.

Alcuni problemi si pongono a livello italiano: esiste un rischio di frammentarietà degli interventi, tra diversi dicasteri da parte governativa, con il coinvolgimento della Protezione civile e di soggetti del Terzo Settore. Non aiuta l’autonomia dei singoli presidenti di Regione, che rischia di frastagliare le modalità di intervento. Molte iniziative, poi, sono già avviate a livello privato e di associazioni che necessitano però di uno sguardo comune complessivo, a cui anche i Tribunali dei Minori non sono attrezzati al momento.

In questa grossa sfida le parole d’ordine saranno: ascolto/osservazione, perché non siamo al momento in grado di capire tutto di coloro che avremo di fronte, non possiamo “proiettare” su queste persone l’idea che ci siamo fatti finora di loro; flessibilità: proprio per questo servirà essere pronti a correggere cammin facendo delle modalità operative; efficienza: andranno valutate e utilizzate a l meglio le diverse competenze e risorse.

Progettualmente questo impegno significa lavorare anche con sinergie: rispetto alla Federazione della chiese evangeliche; altri progetti saranno rilanciati con le Prefetture e il ministero dell’Interno, il tutto possibilmente mettendo in rete le varie esperienze nelle diverse città. Un rilancio coinvolgerà anche i Community Center che la Diaconia ha operativi in diverse città perché possano mettere a disposizione i loro servizi (supporto legale, mediazione culturale, ecc.).