img-20220303-wa0004

Rainbow for Africa: parte il supporto ai profughi ucraini

Mentre i bombardamenti devastano le principali città ucraine, migliaia di profughi lasciano le loro case per trovare rifugio sicuro al di là dei confini della loro nazione. Si tratta quasi esclusivamente di donne, anziani e bambini che stanno trovando riparo nei paesi confinanti, dove sono stati allestiti i primi campi profughi. Rainbow for Africa Onlus, impegnata nella missione di clinica di frontiera e da ormai diversi anni presente sul confine italo-francese in Val Susa, partirà oggi per Siret, località della Romania al confine con l’Ucraina, con 2 mezzi e personale medico e non solo, per dare supporto medico alle persone fuggite dall’orrore della guerra.

«Dalle prime notizie dei bombardamenti – spiega Paolo Narcisi di Rainbow for Africa – abbiamo iniziato ad attivare la nostra colonna mobile che comprende un autobus ospedale, le cliniche mobili e le tende  e che a breve partirà alla volta del confine romeno-ucraino a Siret. Lì cercheremo di dare supporto ai profughi ospitati nel campo allestito di recente: molti hanno patologie croniche e non hanno avuto la possibilità di portarsi dietro medicinali a sufficienza e rischiano scompensi. A questo si aggiungono le problematiche portate dalle condizioni del campo, quali scabbia e pidocchi. Teniamo poi conto che in Ucraina il tasso di vaccinazione è del 39% e in Romania del 35%, per cui saranno portati anche tamponi e dispositivi di protezione individuale per scongiurare focolai all’interno del campo. L’Otto per Mille della Chiesa Valdese ha finanziato la clinica mobile che partirà oggi e che, durante la pandemia, ha permesso di effettuare tamponi e vaccini a tantissime persone senza fissa dimora a Torino»

Una situazione drammatica quella che si sta vivendo in questi giorni in Ucraina, dove, dai racconti che arrivano da lì, sembra venire meno qualsiasi limite alla cieca violenza della guerra. «Siamo in contatto con i medici di un ospedale che si trova subito al di là del confine e che al momento si trova ancora in una zona sicura, tant’è che vengono portati i feriti da altre parti del paese – spiega Narcisi – Un chirurgo con il quale siamo in contatto ci ha descritto una situazione drammatica e disumana: emblematico il suo racconto che riporta come, a 100 km di lì, un convoglio di ambulanze sia stato mitragliato dagli elicotteri russi. Se nemmeno le ambulanze godono del rispetto della neutralità, significa che la cosa sta davvero degenerando».

Nel frattempo a Oulx, nel rifugio che ospita i migranti in transito, cominciano ad arrivare i primi profughi dall’Ucraina. Si tratta perlopiù di persone che lavoravano in agricoltura provenienti da Africa e India o studenti stranieri: «Gli arrivi degli ultimi due giorni al rifugio sono provenienti proprio dall’Ucraina: si tratta di studenti stranieri e lavoratori dell’agricoltura, massicciamente presenti sul suolo ucraino, che, dopo aver lasciato il paese hanno raggiunto la Francia attraverso la Polonia ma sono stati respinti dalla gendarmerie francese e hanno riparato in Italia. Sottolineo peraltro che si tratta di persone con regolari documenti e permessi di soggiorno in Ucraina».

Attraverso il link https://support4ukraine.starteed.eu è possibile fornire aiuto ai profughi attraverso donazioni in denaro. Per quanto riguarda invece il supporto materiale, si invita a non donare cibo e vestiti, che al momento sono sufficienti, mentre c’è una grande richiesta di medicinali.