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Ucraina: migliaia di cristiani pregano per la pace

Potenza delle comunicazioni che abbiamo imparato ad utilizzare in questi due anni di pandemia. Potenza della preghiera. Potenza della voglia di Pace.

Erano oltre tremila le persone collegate ieri sera per la preghiera ecumenica organizzata dalla principali organizzazioni ecclesiastiche del mondo: la Federazione Mondiale Luterana (Lwf), la Comunione Mondiale delle Chiese Riformate (Wcrc), il Consiglio Metodista Mondiale (Wmc), la Conferenza Mondiale Mennonita (Mcm), la Conferenza delle Chiese Europee (Kek), la Comunione Anglicana e l’Alleanza battista mondiale (Bwa). Una cerimonia partecipata, sentita, ricca di testimonianze dai campi di guerra.

Abbiamo contato oltre 80 nazioni rappresentate e presenti, una vera ecumene che si è stretta attorno al popolo ucraino. Dal Giappone, dagli Stati Uniti, da varie nazioni asiatiche e africane, con una fitta presenza anche di rappresentanti delle chiese battiste, valdesi e metodiste italiane. Significative le presenze delle chiese russe, ucraine, bielorusse. Un messaggio di grande adesione spirituale, in una comunità “telematicamente convocata” nel segno della preghiera comune, della denuncia del dramma, dell’invocazione a Dio e dell’intercessione.

L’incontro, aperto dal pastore Philip Peacock (Com. mondiale di Chiese riformate), è stato poi condotto dalla vescova Rosemarie Wenner, già presidente della Chiesa metodista unita in Germania. Molti e coinvolgenti i testi portati alla riflessione, in uno spirito che non ha voluto dimenticare le altre zone di conflitto nel mondo di oggi (dal Myanmar all’Armenia al Sud-Sudan): dal cap. 4 di Michea, la cui visione ha ispirato tutti i costruttori di pace (dalle loro spade forgeranno dei vomeri) a quello di Abacuc «Il giusto per fede vivrà» (2, 4)

Nelle sue parole introduttive, la segretaria generale della Federazione luterana mondiale, pastora Anne Burghardt, ha deplorato «la politica cinica» di coloro che hanno «riportato il mondo in tempi ai quali avevamo sperato di non tornare più». Parlando degli «orrori della guerra e dello sfollamento», ha aggiunto: «Una coltre di cenere copre l’Ucraina. La rivendicazione di Dio chiama l’umanità alla responsabilità: Dov’è tuo fratello, Caino? Vogliamo gridare questa rivendicazione nei cuori e nelle menti dei responsabili di tutta questa violenza».

Ecco allora le parole del pastore metodista Alexander Schevchenko direttamente da Luhansk, una delle repubbliche separatiste, e quelle del pastore mennonita Alexey dalle bombe della martoriata Mariupol, di cui ha mostrato strade deserte e negozi sbarrati. Poi Kristza Bado dal confine rumeno, segretaria della Chiesa riformata in Transcarpazia che ha parlato in modo commovente delle migliaia di persone che fuggono oltre il confine in Ungheria, dove i pastori e le congregazioni si stanno mobilitando per prendersi cura di questi rifugiati, il pastore battista Marek Glodek dal confine con la Polonia per parlare di accoglienza e molte e molti altri, da Leopoli e dalla stessa Kiev, come Padre Mykola Danilevich della Chiesa ortodossa ucraina, Patriarcato di Mosca, che ha raccontato che fino a 80 persone si rifugiano sottoterra nella sua parrocchia ogni notte per sfuggire ai bombardamenti. «Noi stiamo con la nostra gente», ha detto, ringraziando tutti i suoi colleghi ortodossi, protestanti e cattolici che chiamavano per offrire preghiere e sostegno continui.. Le varie anime dell’ortodossia oltre che del protestantesimo mondiale, sedute attorno a una tavola virtuale, per pregare e riconciliare, mentre fuori le sirene annunciano altro dolore.

Sono stati racconti di paura, di cibo che inizia a mancare, di dolore.

Sono intervenuti fra gli altri Elijah Brown, segretario esecutivo dell’Alleanza mondiale battista, Cesar Garcia, segretario generale della Conferenza mondiale mennonita, il pastore Hans Lessing, Segretario Generale ad interim della Comunione mondiale di chiese riformate, mentre la chiusura è stata affidata al pastore Jong Chun Park, presidente del Consiglio metodista mondiale che ha fatto riferimento al cap. 2 di Abacuc: al profeta che chiede a Dio: perché resti silenzioso quando il malvagio divora i giusti?, il Signore risponde: «Il giusto per fede vivrà» (2, 4). Il rev. Park ha potuto dire di conoscere bene la difficoltà di vivere nella tensione con un paese vicino, e d’altra parte – ha detto – la linea tra il bene e il male attraversa il cuore di ogni essere umano. A tutti però parla la parola di Gesù: «Non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il Regno» (Luca 12, 32) e alla pastora Burghardt che ha scelto il testo di Giovanni 16: «Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo».

Le religioni hanno dato esempio di dialogo, ora tocca ad altri attori fare la loro parte.

Qui di seguito il video integrale della preghiera ecumenica, in lingua inglese: