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Le nuove proposte per il contrasto al razzismo europeo

Lunedì 9 febbraio 2022 il Comitato per la Cultura e l’Istruzione del Parlamento europeo ha adottato una risoluzione per proporre nuove misure per combattere il razzismo e la discriminazione, sia online sia nella vita quotidiana. In particolare, le proposte riguarderanno i settori della cultura, dell’istruzione, dei media e dello sport, e saranno volte a combattere le radici strutturali del razzismo e della discriminazione a livello europeo.

Il lavoro del Comitato per la Cultura e l’Istruzione dell’Europarlamento parte da lontano, e si basa su dati raccolti e analizzati durante gli scorsi anni. Già nel giugno del 2021 era stato pubblicato un rapporto che cercava di fare luce sui diritti fondamentali in Europa, il Fundamental Rights Report 2021. Un importante capitolo dell’analisi era dedicato al “razzismo, xenofobia e intolleranza connessa”, e si sottolineava come il 2020 abbia rappresentato un anno cruciale in merito a questi temi: la pandemia, con le conseguenti esacerbazioni di tensioni sociali fino a quel momento sopite, ha contribuito a portare a galla situazioni già esistenti di razzismo. La crisi sanitaria è stata sempre più usata come pretesto per attaccare le minoranze: sono cresciute, ad esempio, le violenze e gli episodi di intolleranza verso persone migranti o Roma.

Esistono però alcune tendenze razziste e xenofobe che sembrano ancora essere in crescita. L’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali nel suo ultimo report sul tema, evidenziava come circa la metà delle persone di origine africana e Rom dichiarino di subire discriminazioni.

Nel 2021, secondo quanto racconta il Fundamental Rights Report, sono stati compiuti anche degli importanti passi in avanti nel contrasto a questi fenomeni d’odio. La Commissione europea ha adottato il suo primo piano d’azione contro il razzismo e diversi Paesi membri hanno sviluppato strategie nazionali e altre misure per prevenire o colpire gli episodi di estremismo, i crimini e i discorsi d’odio.

Ritornando alle misure proposte dal comitato per la cultura e l’istruzione dell’Europarlamento, queste possono essere lette come una volontà di mettere in pratica i buoni propositi già indicati dalle politiche portate avanti nel 2021. 

Dal punto di vista dell’istruzione a livello scolastico si chiede una revisione dei programmi di studio nell’ottica di sradicare tutti gli stereotipi che possano portare a discriminazioni. Non si tratterebbe dunque di una rivoluzione: la richiesta degli eurodeputati è di includere una maggiore contestualizzazione degli eventi e dei processi che hanno caratterizzato la storia, antica o più recente, del territorio europeo. Un cambiamento più importante riguarderebbe invece le divisioni e le segregazioni razziali ed etniche, che dovrebbero essere abolite per favorire un accesso paritario all’istruzione da parte delle minoranze.

Per quanto riguarda invece il comparto culturale in senso lato, si chiede di indirizzare i finanziamenti europei verso iniziative che possano promuovere un approccio indirizzato alla diversità e alla complessità. Potrebbero quindi essere previsti corsi di aggiornamento per i dipendenti pubblici e per le forze di sicurezza al fine di eliminare i comportamenti razzisti e xenofobi.

I media, come si è riscontrato nei due anni di pandemia, giocano un ruolo fondamentale nella diffusione di diverse letture del mondo, e la loro diffusione così capillare richiede comportamenti che seguano una particolare etica. Per questo motivo, i deputati richiedono uno stop alle narrazioni che disumanizzano le minoranze o particolari gruppi etnici: un esempio in questo senso è la sproporzione con cui vengono evidenziati i crimini commessi da persone migranti rispetto a quelli commessi da cittadini dell’Unione.

Anche a livello sportivo si chiedono azioni nei confronti dei sentimenti razzisti che troppo spesso dilagano nei luoghi delle competizioni. Saranno necessarie azioni multilivello (locale, regionale, nazionale ed europeo) per promuovere la cultura dell’inclusione e del rispetto.

La speranza del Comitato per la Cultura e l’Istruzione è che queste indicazioni vengano accolte e applicate il prima possibile a livello comunitario.