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Rinuncia e Libertà

Il calendario della Tavola valdese prevede dal 13 al 20 febbraio, nelle chiese valdesi, una “settimana di rinuncia” con una colletta a favore della cassa culto: di solito però si parla di “settimana della libertà” (nome dell’iniziativa che la Fcei, Federazione delle chiese evangeliche in Italia, promuove da molti anni), perché in questi giorni cade appunto il 17 febbraio, festa delle libertà civili e politiche per i valdesi. Da che cosa nasce dunque questa iniziativa della “rinuncia”?

Ricorda il pastore Emanuele Fiume nella circolare della chiesa valdese di Forano: «Nel lontano 1930, alla luce della crisi economica prodotta dal crollo della Borsa di Wall Street del 1929 che privò la chiesa valdese di tanti generosi finanziamenti esteri, il Sinodo valdese istituì la Settimana di rinuncia. Nella settimana in cui cadeva il 17 febbraio, festa della libertà, si chiede a tutti i membri della Chiesa di rinunciare volontariamente a qualcosa per devolvere quanto risparmiato all’opera della chiesa. In questo modo ciascuno di noi può ricordare che la libertà ha un costo. È costata tre secoli e mezzo di privazione dei diritti civili e politici ai nostri padri e alle nostre madri nella fede; a noi oggi costa la nostra presenza, la nostra responsabilità e la nostra generosa attenzione all’opera della chiesa».

Va anche ricordato, sottolinea Fiume a margine, che la “crisi del ‘29” fu durissima per l’Italia e per la Chiesa valdese comportò «un blocco delle consacrazioni pastorali per diversi anni e, ai pastori già in servizio, una notevole diminuzione del tenore di vita. Fino a quel momento, il personale di servizio nelle case pastorali era una regola, da quel momento in poi fu un’eccezione»: tra i candidati pastori, ci fu chi dovette trovare un altro lavoro, chi emigrò in Francia, chi fu pagato direttamente dalla chiesa in cui era in servizio…

La situazione oggi è certo diversa, e quasi ovunque si è persa memoria del significato di questa iniziativa. Eppure molte voci si levano per renderci sensibili al fatto che dobbiamo rinunciare a qualcosa, se vogliamo sopravvivere: pensiamo all’aspetto ambientale, su cui anche le chiese sono sempre più attente. Forse è il momento giusto per riflettere su questo concetto, riattualizzare questa iniziativa chiedendoci a che cosa (e per che cosa) siamo disposti a rinunciare.

Nelle chiese metodiste

Una Settimana della rinuncia è prevista dal calendario delle collette speciali anche nelle chiese metodiste, ed è collocata nella settimana precedente a Pasqua. Oggi la raccolta è destinata al “Fondo pensioni” per i pastori emeriti e le vedove. Questo gesto di riconoscenza per coloro che sono stati al servizio delle chiese, ha il suo fondamento nelle origini stesse del metodismo, caratterizzato fin dagli albori, oltre che dallo studio della Bibbia e dalla preghiera, proprio all’attenzione delle persone più bisognose (carcerati, poveri, bambini abbandonati, donne). Tradizionalmente questa settimana era pertanto dedicata alla preghiera, al digiuno, al dono dei propri risparmi ai poveri.

Gli appuntamenti del XVII febbraio

Anche quest’anno i festeggiamenti del 17 febbraio sono condizionati dalla pandemia. Molti incontri si tengono solo, o in prevalenza, online – culti compresi – sebbene questo consenta una partecipazione “senza confini” che in questi ormai due anni ha avvicinato molto i due capi della penisola, costruendo legami prima impensati e una condivisione di momenti importanti. 

Laddove i falò sono una tradizione consolidata, in particolare nelle valli valdesi, i condizionamenti sono dettati oltre che dalle norme anti-Covid-19 anche dalle condizioni meteorologiche avverse, almeno finora. Ma la voglia di sperimentare cose nuove non cessa, e tra le novità segnaliamo l’iniziativa della chiesa valdese di Pinerolo di organizzare due eventi (tra cui il falò del 16) a Saluzzo, luogo molto significativo per la storia valdese.

Nell’agenda qui nella colonna destra del sito di Riforma potete trovare tutti gli appuntamenti attorno al 17 febbraio.

Foto: Martina Caroli