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Le sfide della Chiesa valdese del Sud America

Dopo due giorni di intensi lavori, concentrati per ottimizzare i tempi, si è conclusa l’Assemblea sinodale dell’Iglesia valdense del Rio de la Plata, il ramo sudamericano della Chiesa valdese. In un clima di cordialità e di dibattito franco e sereno i delegati e le delegate delle chiese valdesi di Uruguay e Argentina hanno provato a programmare il prossimo futuro e ad ipotizzare le azioni da mettere in atto per tentare una crescita di presenza nello spazio pubblico.

Una delle decisioni più importanti è legata all’approvazione di un atto sull’azione pastorale in tempi di mancanza di pastori. Questo significa un’apertura verso un nuovo modello di pratica pastorale dove l’accento è posto su ciascuna delle comunità e non sulla figura del singolo operatore.  Decisione che pone anche la sfida di lavoro collettivo, a partire dalle priorità stabilite da ogni comunità e per le quali è previsto un lavoro in rete con caratteristiche regionali, pensando a un intreccio più ampio dell’ambito presbiteriale. Ciò è legato a una delle lezioni apprese dalla pandemia di Covid-19: la formazione all’uso di nuovi mezzi di lavoro e di accompagnamento a distanza. 

Altri atti importanti sono legati all’area della diaconia; e in questo senso, ci sono alcuni compiti che l’istituzione ha davanti: il primo è quello di provvedere alla formazione dei membri delle commissioni, soprattutto dei centri più istituzionalizzati; e d’altra parte, gestire un percorso mediante il quale discutere e costruire il consenso su come la Chiesa Evangelica Valdese intende la diaconia, con l’obiettivo di generare un quadro comune di azione e predicazione.

Il Sinodo ha anche approvato un atto che mette in atto il protocollo d’azione in situazioni di violenza di genere. Questo documento, sviluppato dal gruppo consultivo sulla violenza di genere, è uno strumento per consigliare le comunità su come agire in questi casi.

L’approvazione del progetto del Segretariato delle Comunicazioni è stato un altro sviluppo significativo. Il progetto è stato presentato dal team creato nel 2019, che ha anche presentato una proposta per una politica di comunicazione, un manuale di stile e buone pratiche. L’obiettivo di questo nuovo atto è quello di dare continuità a questa squadra in modo che possa riprendere il processo presentando un progetto di finanziamento della Segreteria di Comunicazione; definire i profili professionali di coloro che faranno parte della Segreteria; consigliare e accompagnare l’attuale Segreteria di Comunicazione in proposte specifiche.

Infine, sono state discusse le questioni dei presbiteri; una delle più rilevanti è che le assemblee tematiche cesseranno di esistere come tali, tutte le assemblee saranno amministrativo-istituzionali con lo scopo di delineare la visione della Chiesa. La proposta prevede che le sessioni di formazione si tengano in un orario diverso e permettano una partecipazione maggiore di quella limitata da un’assemblea sinodale.

Allo stesso modo, il sinodo ha apprezzato il lavoro della Commissione d’esame, che ha analizzato, valutato e identificato i temi prioritari. Questa metodologia è ciò che ha permesso di trattare tutte le questioni in un tempo così breve, In questa direzione, l’assemblea ha raccomandato che questa metodologia sia adottata nelle prossime assemblee perché facilita il lavoro del sinodo.

Questo incontro ha significato che, pur attraversando un periodo complesso e difficile, la chiesa ha l’opportunità di essere incoraggiata a intraprendere nuove esperienze; e lo sta facendo. Il primo giorno di lavoro, come abbiamo raccontato ieri, era stato invece dedicato alle votazioni delle nuove cariche elettive della chiesa.