valdo_spini_aici_02_10_2012

I dodici presidenti della nostra Repubblica

Arriva tempestivamente un libro Valdo Spini*, che ci ha permesso di situare storicamente, mentre eravamo tutti col fiato sospeso ai notiziari per l’elezione del presidente della Repubblica, la complessità di tutte le precedenti vicende che hanno portato 12 importanti figure a salire “Sul Colle più alto”. Valdo Spini, figlio dello storico Giorgio – principali attori con la Tavola valdese e il moderatore Giorgio Bouchard della storica firma dell’Intesa con lo Stato, nel 1984, per l’attuazione dell’articolo 8 della Costituzione – non ha certo bisogno di presentazioni per noi – recentemente è stato Presidente del Sinodo valdese 2021, oltre che presente in tanti incontri nella sua attuale qualità di presidente delle Associazione delle Istituzioni culturali italiane. Ma è stato anche docente universitario, deputato per otto legislature per il Partito socialista, con vari incarichi , tra cui ministro dell’Ambiente.

Il mondo della politica lo conosce bene dall’interno, e infatti la ricostruzione storica è seguita – oltre che da un profilo biografico di ogni eletto alla più alta carica – da un capitoletto di vivaci ricordi personali, a cominciare da quello, a otto anni, della notizia della morte di De Gasperi, nell’agosto 1954, e dai commenti sugli avvenimenti politici, fatti in famiglia dal padre Giorgio, che fu esponente del Partito d’Azione e poi del Psi. Retroscena molto gustosi, che rendono questo saggio un testo di scorrevole lettura, scritto con lo stile perfetto di un uomo di cultura, oltre che di un politico, e di un fiorentino verace.

Questa lettura ci aiuta a non scandalizzarci dei “franchi tiratori”, la cui apparizione si registra fin dall’elezioni del 1948: «I franchi tiratori si propongono in genere di costringere a modificare le impostazioni iniziali proprie delle segreterie di partito, o quelle convenute negli accordi di maggioranza, se non graditi, oppure di provocare un mutamento degli equilibri politici». Non vi dice qualcosa sull’oggi, quando il voto progressivamente massiccio dei peones ha imposto dalla base la rielezione a tredicesimo presidente di Sergio Mattarella, di fronte alle divisioni dei partiti tra di loro e al loro interno? Istruttivo!

E questo libro ci spinge anche a non cospargerci il capo di cenere come hanno fatto attualmente molti commentatori – aiutando a cementare un populismo sdegnato che additava i parlamentari come pagliacci in fila al voto: quante vignette! – se per una settimana l’elezione non si è conclusa: per Giuseppe Saragat (1964) ci vollero 21 scrutini, e per Leone (1971) ben 23!… E ci induce anche a non sdegnarci con le dinamiche interne ai partiti che rendono ben difficile ai loro leader governare le decisioni. La cosiddetta Prima Repubblica non è stata da meno: correnti contrapposte, giravolte, capriole, trucchetti di ogni genere: il pluralismo così radicato nella cultura del nostro paese di individualisti non è da meno nella vita politica, tante volte è persino divertente, e questa lettura ce lo conferma. Infatti si parla comunemente di “gioco politico”: basta non perdere di vista il bene del paese, e sono convinta, che anche questa volta – vox populi vox dei – ce l’abbiamo fatta!

Nell’attenta ricostruzione di Spini emergono, per ciò che riguarda il nostro mondo evangelico, le figure di Carlo A. Ciampi (che presenziò nel 2002 in Facoltà valdese di Teologia alla presentazione del libro di Giorgio Spini Italia liberale e protestanti, e volle poi nel 2004 che la commemorazione ufficiale al Quirinale fosse tenuta da lui), Oscar L. Scalfaro e Francesco Cossiga, che visitarono i luoghi valdesi nelle Valli, in particolare Cossiga nel 1989, per il tricentenario del “Glorioso Rimpatrio”. Ma è con Sandro Pertini (eletto nel 1978, presidente quando fu firmata l’Intesa con il governo Craxi con l’intermediazione di Giuliano Amato, a fine gennaio eletto presidente della Corte Costituzionale) che i rapporti sono più stretti e con lui vengono ricordati i colloqui personali, resi frizzanti dalle sue famose battute.

Il (primo) settennato di Sergio Mattarella si conclude con la citazione del suo «Discorso alla Nazione» del 2 giugno 2021: «Che cos’è la Repubblica? Sono i suoi principi fondativi, le sue istituzioni, le sue leggi (…). Ma è la vita degli uomini e delle donne (…), è anzitutto la storia degli italiani e della loro libertà. (…) È la storia del formarsi e del crescere di una comunità». Auguri per il secondo settennato, presidente Mattarella!

 

* Valdo Spini, Sul colle più alto. L’elezione del Presidente della Repubblica dalle origini a oggi. Milano, Solferino, 2022, pp. 256, euro 16,00.