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Le temperature del 2021

Non danno scampo i dati di Copernicus, l’iniziativa dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della Commissione europea che monitora lo stato del cambiamento climatico tramite osservazioni satellitari. Nel suo ultimo rapporto emerge che il 2021 è stato l’anno più caldo mai registrato. Un dato già di per sé preoccupante, ma ancora di più se, come sottolinea l’ente, lo si inserisce nella rilevazione delle altre annate: con il 2021, gli ultimi sette anni passati sono stati i sette più caldi da quando si monitora il dato. Segno che non si tratta (se ancora ci fosse bisogno di dirlo) di un caso isolato, bensì di una palese tendenza.

Più nel dettaglio, la temperatura media globale è stata di 0.3 gradi superiore alla media dei 30 anni precedenti e di 1,1-1,2 gradi superiore al periodo pre-industriale (quello in cui abbiamo cominciato ad emettere grandi quantità di gas serra nell’atmosfera).

La variazione di temperatura media non è mai omogenea. Per quanto riguarda l’Europa, ad esempio, il 2021 non si colloca tra i dieci più caldi per il continente, ma nel rapporto si citano alcuni eventi meteorologici legati, secondo alcune ricerche, agli effetti della crisi climatica, come le alluvioni epocali a luglio tra Germania e Belgio, oppure la più alta temperatura europea mai registrata, i 48,8 gradi misurati nel siracusano (sebbene manchi ancora l’ufficialità riguardo a questo dato).

Il riepilogo del rapporto si chiude, e non a caso, con le concentrazioni annuali di anidride carbonica e metano. Secondo le analisi preliminari, l’anno appena passato si è posto in linea con l’aumento progressivo di gas serra nell’atmosfera del periodo precedente: la media annuale per l’anidride carbonica è stata di 414,3 parti per milione, segnando un aumento meno significativo rispetto ad altre annate recenti, ma è senz’altro il segno che ci stiamo ancora muovendo nella direzione opposta rispetto a quella necessaria per mitigare la crisi climatica. Anche la concentrazione di metano avrebbe toccato livelli record, pur rappresentando concentrazioni molto più basse rispetto alla CO2, ma bisogna tenere in considerazione che il metano ha una capacità di amplificare l’effetto serra molto maggiore.

In questi giorni si attendono ancora i dati sviluppati da altri enti dedicati al clima, ma assieme a quelli di Copernicus ne sono già emersi altri. Secondo un recente calcolo, che conferma quanto già osservato a livello globale, negli Stati Uniti le emissioni di gas serra nel 2021 sono tornate ad aumentare dopo il relativo stop del 2020; una crescita solo in parte legata alla ripresa economica, visto che le emissioni sembrano accelerare in modo leggermente più veloce rispetto al Pil. Restando negli Usa, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration l’anno appena passato è stato il terzo più costoso relativamente ai danni causati da eventi meteorologici, con una cifra stimata a 145 miliardi di dollari. Accompagnata da un’altra: quella di almeno 688 vittime.