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Riconoscere Dio come Creatore e Signore

Io ho fatto la terra e ho creato l’uomo su di essa
Isaia 45,12a

È venuto in casa sua
Giovanni 1, 11

Il capitolo 45 del profeta Isaia si apre con il Signore che parla. Il Signore che benedice Ciro, il suo unto, che chiamò per nome, sebbene egli non lo conoscesse. Nel versetto 5 ecco la rivelazione di questo Dio maestoso: Io sono il Signore e non ce n’è altro: fuori di me non c’è Dio! Il Dio d’Israele attraverso questa chiamata vuole che il mondo intero lo riconosca come suo Creatore e Signore.

Il dramma esistenziale dell’umanità è proprio quello di non voler più riconoscere Dio come suo creatore. Non accetta la sua vera posizione nella storia: creatura e non creatore. Non è capace di fare un passo indietro e lasciarsi preparare, come Dio preparò Ciro (v. 5), per l’avvenire. L’essere umano pretende di possedere Dio e strumentalizza il suo nome a seconda dei suoi interessi egoistici trasformandosi così in rottame fra i rottami di vasi di terra! (v. 9). Senza accorgersi è diventato l’inquisitore del suo creatore, di colui che ha fatto la terra, ha creato l’uomo su di essa e ha spiegato i cieli con le sue mani (v. 12).  

In questi giorni, mentre ci prepariamo a celebrare il Natale, sarebbe opportuno interrogarci sulla nostra vita cristiana. Su che vuol dire essere cristiani evangelici. Su come fare un passo indietro e, invece di pretendere di essere quello che non siamo, ritrovare noi stessi/stesse dando il giusto spazio a Dio nella nostra vita. Pregare il nostro Creatore di ricomporci come quei vasi i cui cocci sono sparsi per terra a causa della nostra presunzione e infedeltà a Dio. 

Noi siamo chiamati e chiamate ad essere suoi testimoni, siamo chiamati e chiamate a testimoniare la sua grandezza e l’amore per noi espresso in modo sublime in Gesù Cristo come Redentore. Riceviamo, dunque, con umiltà e gioia, il dono che Dio, il Santo di Israele, ci ha fatto mandandoci il Messia per darci il diritto di diventare figlie e figli Suoi. Amen.