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Se questo è un gioco

La pandemia da Covid-19 ha messo a nudo tutti i limiti strutturali del Paese, dalla sanità al mondo del lavoro, passando per altre debolezze insite al “sistema Italia” che rendono la nostra economia e i cittadini aggredibili dai capitali e dall’arroganza mafiosa. Limiti e debolezze che ritroviamo anche in un settore che negli ultimi vent’anni è cresciuto come pochi altri e che – non a caso – rappresenta uno dei principali business delle organizzazioni criminali: il gioco d’azzardo.

Prima della pandemia nel nostro Paese oltre 18 milioni di italiani hanno puntato più di 110 miliardi di euro in giochi d’azzardo, dai gratta e vinci alle scommesse sportive, dalle slot alle lotterie istantanee. Parliamo di una media di oltre 6.000 euro a testa. Secondo l’Istituto superiore di Sanità (Iss), di questi 18 milioni, oltre un milione e mezzo di cittadini presentano un profilo da giocatore problematico, ovvero faticano a gestire il proprio tempo e il proprio denaro da dedicare al gioco.

Perché, chi vince sempre quando si gioca d’azzardo? Il banco, che incassa la giocata. Lo Stato che incamera le tasse (più di 10 miliardi solo nel 2019). Le organizzazioni mafiose che, oltre a continuare a gestire il mercato illegale attraverso bische clandestine e la diffusione di sempre nuovi giochi illeciti, si infiltrano anche nel mercato del gioco d’azzardo legale per riciclare i proventi del traffico di stupefacenti e delle estorsioni. L’unico a perdere quasi sempre è il giocatore che va incontro alla possibilità di diventarne dipendente e a guai economici, a volte così cospicui da prosciugare tutti i conti e le rendite a disposizione.

È questo l’assunto dal quale nasce «Se questo è un gioco», un progetto fortemente voluto da Avviso Pubblico (un’associazione che mette in rete oltre 500 enti locali e 11 Regioni che operano per prevenire e contrastare le mafie e la corruzione) e da Fondazione Adventum (nata dall’Unione italiana delle Chiese avventiste del Settimo Giorno per rispondere alle situazioni di sovraindebitamento e usura) finanziato anche grazie ai fondi dell’8xmille della Chiesa avventista.

Il progetto mira a intercettare, attraverso un portale online, il giocatore d’azzardo e i soggetti a rischio, invitandoli in un percorso di presa di consapevolezza e a un dialogo tramite i social media, allo scopo di fornire aiuto concreto sia a loro sia ai loro familiari, con un servizio di chat di supporto attivo 24 ore su 24 e con il link diretto ai SerD [Servizi per le dipendenze patologiche, previsti dal Sistema sanitario nazionale e organizzati localmente, ndr] di riferimento territoriale.

Obiettivo del progetto è anche quello di informare e approfondire il tema del gioco d’azzardo e dei suoi correlati a favore dei media e degli stakeholder [i portatori d’interesse” in un’attività economica, ndr] di riferimento, pur configurandosi come portale di sensibilizzazione nel quale far intervenire esperti e parti interessate. Il sito – accessibile attraverso il portale www.sequestoeungioco.org – oltre a fornire ampie informazioni sui rischi e i pericoli che corrono le vittime di slot e scommesse, vuole prevenire e contrastare la dipendenza del gioco d’azzardo soprattutto sul terreno dell’online, cioè dove approdano la maggior parte dei giovanissimi. Di quei 18 milioni di italiani che venivano citati prima infatti circa 700.000 sono minorenni.

«È fondamentale far emergere la reale portata del dramma rappresentato dalla dipendenza da gioco d’azzardo. C’è troppa differenza tra i numeri ufficiali delle persone che si rivolgono ai SerD e le stime che l’Iss e il ministero della Salute diffondono da almeno dieci anni», afferma il presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà. «I numeri ci mostrano chiaramente l’entità del danno sociale ed economico che l’azzardo di massa genera. Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare questo portale che prova a rendere sempre più consapevole la società sulle conseguenze legate alla pratica dei giochi d’azzardo, provando a mettersi dalla parte di coloro che giocano e dei soggetti più a rischio».

Quando si parla di gioco d’azzardo spesso si parla anche di sovraindebitamento e usura. Sono diversi i giocatori che una volta esperito ogni tentativo utile di recuperare soldi nel circuito familiare e/o amicale finiscono nelle mani di usurai. Per questo la Fondazione Adventum ha creduto e collaborato attivamente sin da subito con questo progetto sperimentale presentato da Avviso Pubblico. Quello che ci auguriamo è che, attraverso l’informazione e la conoscenza, i giocatori e le loro famiglie possano rendersi conto, prima di arrivare nelle mani degli usurai, dei rischi e dei pericoli che può causare questa dipendenza.