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Il quarto vangelo nelle omelie di Giovanni Crisostomo

«Bocca d’oro». È l’etimologia del cognome dell’antiocheno Giovanni Crisostomo (349?-407), diacono e presbitero prima di essere eletto alla cattedra episcopale di Costantinopoli (397); una scelta alquanto indicativa, perché questo grande Padre della Chiesa aveva conquistato fama di valente oratore, di predicatore dalla profonda spiritualità e dalla solida formazione biblico-teologica. Ne sono testimonianza le sue omelie, di cui Città Nuova offre un primo volume, Omelie sul Vangelo di Giovanni (29 su 88) dedicato a Giovanni, in una nuova edizione a cura di Domenico Ciarlo*.

Le omelie esegetiche di Crisostomo tendono a stabilire un contatto profondo con l’uditore, con la comunità di fede, e sono saldamente radicate nella Scrittura; «il messaggio crisostomiano – sottolinea Ciarlo – mantiene un interesse e una validità universali, che superano il momento contingente della predicazione». Da struttura bipartita (una prima parte a commento del testo evangelico; una seconda in termini di ammaestramento), l’abbrivio sta in un cappello di carattere generale a raccordo con il tema del testo biblico o mirato a sollecitare la comunità all’ascolto della fede e non meno a esortazioni di natura morale; a seguire, un commento completo del passo in esame evidenziandone il significato storico-letterale, sottraendosi così a tentazioni allegoriche.

Unico strumento, quindi, l’esegesi, lo scavare nel testo per comprenderlo in tutta la sua profondità e senso per giungere al significato, sino a spiegare l’impiego da parte dell’evangelista di determinati termini rispetto ad altri analoghi: anche la grammatica è elemento rilevante del testo. In altri termini, Crisostomo pratica la «tecnica patristica di “spiegare la Scrittura con la Scrittura”» senza scadere in un letteralismo banalizzante né precipitare in aride polemiche dottrinali con eretici, stante il principio imprescindibile della teologia quale interprete fedele del messaggio evangelico. L’annuncio dell’evangelista, quindi, omelia per omelia, si snoda in tematiche fedeli al testo.

Fede e opere. La coerenza del credente deve consistere in una fede credibile che deve produrre opere e tenere lontana ogni espressione di mondanità. Ricchezza: «Quando l’ascoltatore è preso dal desiderio di ricchezze, non può essere preso ugualmente dal desiderio di ascoltare. Quando entriamo qui [nel luogo di culto], entriamo in cielo. Nessuno dunque introduca in cielo le cose terrene». Avidità: «Dobbiamo essere generosi, donare ai poveri. Mettiamo in serbo nei cieli le nostre opere di giustizia; invece che ricchezze terrene, ammassiamo tesori che non deperiscono». Superbia: «Non c’è nulla che allontani tanto dalla bontà di Dio e consegni al fuoco della geenna quanto la tirannide della superbia. Viene detto infatti: Ogni cuore arrogante è impuro davanti al Signore (Proverbi 16, 5]. Abbattiamo dunque questa superbia dell’anima». Ira: «La passione dell’ira è violenta, più violenta di ogni fuoco. Perciò dobbiamo essere molto rapidi per prevenire l’incendio e non permettere che divampi». Anche se fra i Padri Crisostomo si distingue per ‘distacco’ rispetto alle speculazioni filosofiche pagane (greche), tuttavia le prende in considerazione marcandole come insensate – in specie, quelle platoniche. «I più ammirati tra loro sono soprattutto questi [i capiscuola], che composero libri sulla repubblica e sulle leggi; hanno sconvolto la morale, hanno corrotto la santità del matrimonio. Questo pescatore [Giovanni], invece, non è così, ma espone ogni dottrina con sicurezza avendo il Signore dell’universo che parlava in lui, egli non aveva nessuna debolezza umana».

La predicazione della Parola veicolata dal genere letterario dell’omelia crea una interazione con la comunità credente in ascolto; però, i fedeli vanno esortati a mantenere al difuori delle mura ecclesiastiche una vita coerente che implica anche la lettura in famiglia della Scrittura. «È superfluo esortarvi ancora a prestare ascolto, tanto rapidamente avete applicato nei fatti la mia esortazione. D’altra parte dobbiamo dirvi e raccomandarvi questa cosa: di mantenere questo zelo e di dimostrarlo non soltanto qui, ma anche quando sarete giunti a casa».

G. Crisostomo, Omelie sul vangelo di Giovanni/1. Roma, Città Nuova, 2021. Introduzione, traduzione e note a cura di Domenico Ciarlo, pp. 312, euro 30,00.

 

Foto di Sailko