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Antonino Tagliarini, avvocato, garibaldino ed evangelico

Nel corso dell’estate scorsa è uscito presso la casa editrice Aracne un libro significativo sull’evangelismo risorgimentale, Don Antonino Tagliarini. Un evangelico a Palermo dopo l’Unità d’Italia*. Antonella Varcasia descrive le vicende del suo trisnonno Antonino Tagliarini (1835-1907). Da giovane avvocato e seguace di Giuseppe Garibaldi, nel 1861 compare già come membro della chiesa valdese di Palermo. Nel registro figura al terzo posto, immediatamente dopo Giorgio Appia, primo pastore di questa chiesa, e dopo la moglie di quest’ultimo.

L’appartenenza di Tagliarini e di sua moglie Carolina, figlia di un alto funzionario borbonico, dotò la neonata comunità di un importante appoggio anche in termini di reputazione sociale. Successivamente Antonio Tagliarini esercitò, assieme a suo fratello, la professione di fotografo, motivo per cui questo libro ha potuto essere arricchito da numerose foto ottocentesche di famiglia, che costituiscono un patrimonio prezioso.

Particolarmente stretti furono i suoi rapporti tra Tagliarini e il successore di Appia, lo scozzese John Simpson Kay, importante nella storia della nostra chiesa anche per le donazioni di libri a favore della biblioteca di Torre Pellice. Negli anni ’80, però, si acuì il conflitto tra la chiesa di Palermo e il Comitato di evangelizzazione, che in quella fase governava le comunità della diaspora valdese in maniera abbastanza autonoma. Nel 1884, il dissidio sull’autonomia della congregazione locale portò a una rottura: Antonino Tagliarini si ritirò dal Consiglio di chiesa e passò ai metodisti wesleyani, che dal 1874 erano rappresentati a Palermo con una loro comunità, retta da Saverio Fera, famoso anche come rappresentante di spicco della massoneria in Italia. Due anni dopo Tagliarini, anche Kay lasciò la chiesa valdese, servendo per il resto della sua vita una chiesa libera. In queste circostanze conflittuali si costituì dunque l’identità metodista della famiglia formata dai suoi discendenti.

Il libro di Antonella Varcasia racconta, appunto, una storia di famiglia, contestualizzata però nel quadro di riferimento più ampio dell’Italia risorgimentale. In tal modo è nata una narrazione ricca di affetto, ma al tempo stesso rigorosa nell’esposizione dei fatti. I conflitti tra la chiesa valdese di Palermo e il Comitato di evangelizzazione, a esempio, sono descritti in una maniera tale da fornire informazioni preziose a chiunque intenderà studiare l’evangelizzazione valdese del periodo. In qualche modo, questa nuova pubblicazione ha valore paradigmatico, perché ci consente di osservare concretamente l’importanza del fattore familiare per lo sviluppo delle chiese evangeliche in Italia. Al tempo stesso, il significato di questa storia oltrepassa di molto quello della memoria dei propri (tris-)nonni; si tratta, invece, di un paradigma per il divenire dell’evangelismo italiano odierno. Per questo motivo è importante che il libro, molto piacevole nella lettura, sia stato pubblicato in stampa.

* A. Varcasia, Don Antonino Tagliarini. Un evangelico a Palermo dopo l’Unità d’Italia. Aprilia (Lt), Aracne, 2021, pp. 308, euro 21,00.