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Il nuovo fronte della migrazione, sul confine fra Bielorussia e Polonia

Un iracheno è il decimo migrante morto al confine bielorusso-polacco da quest’estate a oggi.

Si pensa che l’uomo sia morto venerdì 29 ottobre, mentre tentava di passare dalla Bielorussia alla Polonia.

Una dichiarazione di sabato delle guardie di frontiera bielorusse, riportata dall’agenzia di stampa francese Agence France Presse (Afp), ha affermato che l’uomo era morto sul lato polacco del confine.

La dichiarazione prosegue con l’accusa alle guardie di frontiera polacche di aver «costretto altri migranti a riportare il corpo dalla parte bielorussa».

Tuttavia, una dichiarazione delle guardie di frontiera polacche, citata dal quotidiano polacco Gazeta Wyborcza, ha affermato che «Se un tale incidente fosse accaduto dalla parte polacca, il servizio di guardia di frontiera ne avrebbe dato informazione».

Secondo Gazeta Wyborcza, la maggior parte dei migranti trovati morti si trovava dalla parte polacca, sette su dieci fino ad oggi.

L’Afp ha affermato di aver tentato di contattare il servizio di guardia di frontiera della Polonia per ulteriori commenti, ma di non aver ancora ricevuto risposta.

Gli attivisti in Polonia affermano che le foreste che coprono gran parte della regione di confine tra Bielorussia e Polonia sono fredde e pericolose. Alcuni dei migranti che sono morti finora quest’anno lo hanno fatto nel tentativo di attraversare fiumi o terreni paludosi.

Altri sono morti di stanchezza e di freddo. Già da settimane in questa regione le temperature possono scendere di notte appena sopra lo zero nelle città vicino alla regione di confine, quindi le condizioni nella foresta e in campo aperto saranno probabilmente molto più fredde.

Un recente rapporto di Reuters ha rilevato che alcuni migranti hanno perso le scarpe durante i loro viaggi e spesso non avevano altri indumenti caldi per sopravvivere giorni e settimane all’aperto. Sono stati segnalati anche migranti affetti da ipotermia.

Le autorità tedesche affermano che nel solo ottobre 5.285 migranti hanno attraversato il confine polacco-tedesco senza autorizzazione dopo aver iniziato il loro viaggio in Bielorussia, mentre tra gennaio e ottobre sono stati registrati 7.832 attraversamenti irregolari della frontiera in connessione con la Bielorussia tra gennaio e ottobre, riferisce.

Di conseguenza, le autorità di polizia in Germania hanno aumentato il numero di controlli effettuati sui veicoli che attraversano il confine dalla Polonia e scoprono gruppi di decine o addirittura centinaia di migranti al giorno che sono entrati senza documenti in Germania.

Il Rapporto sull’immigrazione in Italia 2021 del centro di ricerca Idos, in collaborazione con il centro studi Confronti, rileva che, tra gennaio e metà novembre 2020, «l’Italia ha respinto in Slovenia 1.240 migranti e richiedenti asilo» nell’ambito degli accordi di riammissione.

Il dato è emerso durante la presentazione del Rapporto sull’immigrazione 2021 il 28 ottobre, con una serie di incontri in tutta Italia.

Un coautore del rapporto, Paolo Attanasio, ha osservato che «queste riammissioni significano, per noi, respingimenti, poiché le autorità italiane non possono prescindere dal fatto che le persone riammesse in Slovenia siano poi soggette a una successiva riammissione dalla Slovenia alla Croazia e da lì alla Serbia o alla Bosnia, e quindi lasciati in condizioni di abbandono sia morale che materiale». E spingono le persone a tentare anche vie alternative: una di queste per l’appunto passa ancora più a Est, dalla Polonia e la Germania attraverso la Bielorussia.

Venerdì scorso 29 ottobre intanto, i legislatori del parlamento polacco  hanno approvato la costruzione di un muro lungo il confine orientale del paese con la Bielorussia per «arginare l’ondata migratoria nel paese».

Si prevede che il muro costerà circa 353 milioni di euro e si estenderà per più di 100 chilometri lungo quello che è uno dei confini esterni dell’Unione europea.

La Polonia ha iniziato la costruzione di una recinzione temporanea alta 2,5 metri, sormontata da filo spinato ,ad agosto, dopo che migliaia di migranti, principalmente dai paesi del Medio Oriente e dell’Africa, hanno iniziato ad entrare nel paese.

Nelle ultime settimane, la Polonia ha dispiegato migliaia di soldati al confine, dove ha legalizzato i cosiddetti «respingimenti» e messo l’intera area in stato di emergenza, bloccando ogni accesso a giornalisti, attivisti e osservatori internazionali.

Il commissario europeo per gli affari interni Ylva Johansson ha invitato la Polonia a consentire agli agenti della pattuglia di frontiera Frontex dell’Ue di accedere all’area, affermando: «In questo momento non c’è trasparenza su ciò che sta accadendo al confine».

La scorsa settimana, la Polonia e altri 11 Stati membri dell’UE hanno invitato Bruxelles a contribuire a rafforzare i confini esterni del blocco. Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha respinto l’idea, affermando che «non ci saranno finanziamenti per il filo spinato e i muri».

Giovedì, il primo ministro Mateusz Morawiecki ha insistito sul fatto che la Polonia è «sotto attacco», affermando che il muro è essenziale per «proteggere» il paese e osservando che Varsavia «non ha chiesto aiuto a nessuno».

La vice portavoce del governo tedesco, Martina Fietz, ha affermato che Berlino sostiene gli sforzi dell’UE per fornire sostegno finanziario a Polonia, Lettonia e Lituania per la protezione delle frontiere.

L’agevolazione della migrazione dalla Bielorussia all’UE è ampiamente vista come un atto di vendetta dal presidente Alexander Lukashenko.

L’uomo forte di MInsk è stato accusato di aver intrapreso una «guerra ibrida» in rappresaglia per le sanzioni che Bruxelles ha inflitto alla Bielorussia come punizione per la violenta repressione voluta da Lukashenko sulle forze di opposizione e sui cittadini che protestavano contro quelle che era considerata un’elezione presidenziale ingiusta nell’agosto 2020.

Il governo di Lukashenko ha arrestato decine di migliaia di manifestanti durante manifestazioni di massa a livello nazionale, incarcerato politici dell’opposizione e persino costretto all’atterraggio un jet commerciale che sorvolava il suo spazio aereo per arrestare un giornalista dissidente.

A luglio, Minsk ha iniziato a “armare” i migranti facendoli volare direttamente verso la capitale dall’estero grazie alla riapertura dei voli, e poi scaricandoli alle porte dell’Ue. Da allora, un gran numero di migranti dall’Iraq, dalla Siria, dallo Yemen e da altre regioni travagliate ha tentato di entrare illegalmente nell’Unione europea attraverso Polonia, Lettonia e Lituania.

Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha definito «deprimente» la situazione al confine polacco-bielorusso e ha affermato che sono necessari aiuti umanitari. «La responsabilità di risolvere questa crisi è chiaramente di Minsk».

Le organizzazioni umanitarie hanno avvertito di un peggioramento della situazione con l’avvicinarsi dell’inverno e i migranti bloccati al confine tra Polonia e Bielorussia.

Questa settimana, Berlino ha rafforzato i controlli alle frontiere con la Polonia poiché il ministro degli Interni Horst Seehofer ha ordinato il dispiegamento di 800 agenti di polizia in più. Mercoledì Seehofer ha affermato che più di 1.000 migranti sono entrati in Germania in un solo giorno questa settimana, osservando che era la prima volta da anni che il paese vedeva tali numeri. La polizia di Görlitz aha trovato circa 30 persone che erano appena uscite da un furgone sull’autostrada vicino a Schöpstal. La polizia ha arrestato un uomo turco di 48 anni che si diceva fosse alla guida di un veicolo di scorta, mentre il turco di 42 anni alla guida del furgone è fuggito.

Venerdì, un tribunale amministrativo in Sassonia ha confermato il divieto di manifestazione per il gruppo “Freie Sachsen” (Liberi Sassoni). Il gruppo, che il governo tedesco ha etichettato come estremista di destra e anticostituzionale, aveva pianificato una marcia di 1.000 persone sull’autostrada A4 vicino a Schöpstal, dove è stato trovato il furgone.

 

Foto di Beentree; un tratto del confine bielorusso-polacco